In occasione dei 23 anni della prima promozione in Serie A della Reggina abbiamo intervistato lo scrittore lametino Igor Colombo che ha scritto, il libro: " Reggina, un sogno chiamato Serie A". 
Come nasce l'idea di questo libro che sta avendo un successo straordinario non solo tra tifosi amaranto?
"Mi è venuta cosi, in un momento di riflessione e di ricordi, tracciando un bilancio di quelli sono realmente stati i migliori anni della mia vita dal punto di vista della militanza ultras; mi sono detto, perché non scrivere un romanzo su quel sogno che ho avuto la fortuna di realizzare con la Serie A. Così ho messo nero su bianco cercando di fare un lavoro diverso rispetto ad altri, altrettanti bei libri scritti sulla Reggina"
In questo libro non si parla solamente di calcio, della gioia della prima storica promozione in Serie A della Reggina, ma anche di Giorgio, il protagonista, dei suoi amori, la militanza politica ed il suo amore immenso per i colori amaranto e della grande ferita della spareggio di Pescara del 1989 ma quanto c'è di autobiografico nel racconto del protagonista del libro?
" Rileggendola devo dire che è davvero un racconto fantastico, mi siano permessi pochi secondi di autocelebrazione. Scherzi a parte, nel romanzo ci sta ovviamente molto della mia personalità, un qualche richiamo al mio stile di vita dell'epoca, una passione sfrenata che mi accompagnava per tutta la settimana. Di autobiografico nulla, perché Giorgio è un personaggio partorito dalla mia fantasia, ma è un giovane tifoso in cui, davvero tutti, potrebbero riconoscersi, ma l'ispirazione etica, politica e filosofica sicuramente è pregnante".
Attualmente la situazione generale della militanza politica nella curve italiane?
" La militanza politica purtroppo attraversa una fase di crisi, ci sono sempre meno giovani militanti e sempre meno sezioni di movimenti politici nazional-popolari. Di conseguenza anche in curva è sempre meno raro il ragazzo che è al tempo stesso ultras e militante politico. Io comunque nella mia esperienza politica e di curva, ho visto sventolare celtiche in mano a ragazzi di cui non sapevano neppure il significato di tale simbolo, lo facevano più per moda ed estetica che per scelta maturata. Non ho mai creduto al binomio ultras-militante, molti lo sono stati, come me, però tengo a precisare  che la politica l'ho fatta solo nelle piazze ed in sezione, in curva andavano solo per tifare per la mia squadra e con la sola sciarpa amaranto al collo"
Cosa ha provato Igor Colombo quel 13 giugno 1999?
" E beh, una emozione ancora oggi indescrivibile. Conservo ancora lo storico tagliando di ingresso di quella partita e la maglia che indossavo quel pomeriggio al Delle Alpi. Ho provato, gioia, felicità, il mio sogno che cullavo da bambino realizzato, era un sogno appunto, un sogno chiamato Serie A, ed io c'ero!
Cosa ne pensi della situazione attuale della Reggina? Se la seguirai sempre con tanto amore?
" Penso che la situazione sia alquanto drammatica e provo un enorme dispiacere nel constatare che rischia un secondo fallimento nel giro di pochi anni. Vediamo cosa succederà nelle prossime ore. No, la Reggina non la seguo più ormai da due stagioni, l'ultima quando è tornata in Serie B nella stagione 2019-2020. Ho avuto occasione di dire ciò anche ad un tuo collega che mi ha intervistato in occasione dell'uscita del mio libro, per me si è chiuso un cerchio ed una epoca"
Dopo la Battaglia di Maratona, Reggina un sogno chiamato Serie A, uscirà a breve il suo primo romanzo?
" Si, ed è una bellissima storia di amore e di amicizia, tra passato e presente che toccherà anche importanti e delicati temi, come quello dell'eutanasia. Do dunque appuntamento ai miei lettori per fine mese con l'uscita Un Corpo e un'anima"

L'opera letteraria racconta di Giorgio adolescente Reggio Calabria che ha fatto della fede per la Reggina la sua ragione di vita. Figlio unico, colpito dalla morte prematura del padre quando lui aveva solo cinque anni, è cresciuto ed educato dalla madre, maestra di scuola elementare, una sorte di sergente di ferro, soprattutto riguardo al suo andamento scolastico. Una mamma però dolce, premurosa e che viene spesso spiazzata dai comportamenti del figlio e sopporta tutte le sue peripezie per amore della Reggina. Accade che Giorgio dopo la gioia per il ritorno in Serie B della sua amata squadra, assapora nella stagione successiva il sogno della Serie A, lo accarezza e la sfiora in quella calda e sfortunata domenica di Giugno del 1989, quando la Reggina a Pescara perde ai calci di rigore contro la Cremonese, lo spareggio per centrare la prima storica promozione in Serie A. Da quel giorno Giorgio insegue quel sogno che un pò lo stuzzica, un pò lo tormenta, fino ad arrivare a quello storico 13 giugno 1999 al Delle Alpi di Torino, quando la Reggina finalmente raggiunge la vittoria e la promozione in Serie A. Non mancano in questo romanzo gli episodi riguardanti la vita privata di Giorgio, i suoi primi innamoramenti, le sue relazioni sentimentali spesso burrascose. Il suo impegno in politica, un racconto lungo dieci anni che si intreccia e si cadenza con le partite della sua squadra del cuore, un arco di tempo in cui in Italia accadranno molte cose, come la stagione delle stragi, gli anni di Tangentopoli, la guerra nel Golfo e quella nei Balcani, che resteranno indelebili per tutta la sua generazione.