Sulla base di quanto proclamato del Presidente Occhiuto di rivolgersi al una società di Servizi Cubana per portare in Calabria circa 500 sanitari, mi piace esprimere alcuniconcetti e considerazioni.
Da tanti anni, direi decenni, la sanità Calabrese vive una realtà caratterizzata da una Sanità Commissariata con incarichi Dirigenziali espletati con il solo ed esclusivo fine di ridurre il debito sanitario non interessata minimamente ad una programmazione efficiente che nel contempo razionalizzi le spese, eliminando sprechi attivandosi per un'edilizia sanitaria adeguata.
Questa politica (sanitaria) nel tempo ha prodotto una sanitàpoco apprezzata dai calabresi spingendo molti verso la ricerca di una cura medica fuori dalla Calabria, generando così una spesa media annuale di oltre 200 milioni di euro; somma che potrebbe essere invece investita per una programmazione sanitaria efficiente con la creazione centri di eccellenza soprattutto presso gli ospedali hub.
Gli sprechi ancora oggi rappresentano il vero problema, oltre ovviamente al fatto che il cittadino per avere servizi importanti in tempi accettabili, si trova costretto a rivolgersi a più efficienti strutture private convenzionate.
Ma il vero disastro della sanità è quello di proporre incarichi spesso a tempo determinato e affidare incarichi di direzione a professionisti legati al doppio filo con la politica, poco attrattivi verso i giovani che preferiscono lavorare al nord dove vengono proposti incarichi a tempo indeterminato, strutture efficienti e possibilità di crescita professionale.
Allora alla luce di queste considerazioni, la soluzione proposta dal Presidente Occhiuto di risolvere la carenza di medici, peraltro fortemente criticata sia dagli ordini professionali che da sigle sindacali, a mio parere, non elimina il problema, anzi, rappresenta un potenziale rischio di collasso per la sanità calabrese. Pertanto oltre all'ampliamento dei posti a medicina o meglio l'eliminazione del numero chiuso, è necessario nel contempo l'attuazione del decreto Calabria che consente agli specializzandi di svolgere attività ospedaliera a partire dal terzo anno di specializzazione.
Va detto che i medici specialisti purtroppo, preferiscono lavorare al nord o all'estero proprio perché in Calabria si lavora male, con strumentazione sanitaria carente e in strutture vetuste e insufficienti.
Sono convinta che sia necessaria una forte ristrutturazione dell'edilizia sanitaria e uno straordinario investimento sulla strumentazione e le attrezzature sanitarie, affidando nel contempo gli incarichi di direttori di struttura e di dipartimento a professionisti capaci di fare scuola e quindi in grado di richiamare i giovani specialisti.
Vice Segretaria Regionale IDM
Rita De Lorenzo