Ancora ahimè si ritorna a parlare di riapertura di discariche; ferite sempre aperte che destano molta preoccupazione per la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini.

In questi giorni si sono riaccesi i riflettori sulla riapertura della discarica di Melicuccà situata in località la "Zingara "ubicata nello stesso bacino del Torrente Arena – Acqua di Vina, torrente sul quale insistono gli impianti di captazione dell'acquedotto che rifornisce i Comuni di Palmi, Melicuccà, e Seminara e serve circa 20.000 cittadini. Un ulteriore rischio per la collettività è rappresentata dalla discarica di Comunia, sita nel Comune di Motta San Giovanni, posizionata in un luogo ad alto pericolo di frana: sono infatti evidenti i segnali del dissesto in atto e le vistose fratture di tensione su cui poggia la strada, che testimoniano incipienti fenomeni franosi; inoltre i cumuli di rifiuti più volte durante l'anno sprigionano fumi tossici.  Entrambe le discariche, collocate a breve distanza dai centri abitati, anche se per motivi differenti, non devono essere assolutamente riaperte.

Sono intervenuta più volte su questo tema, da tecnico più che da politico; mi chiedo come mai si insista ancora sulla riapertura di queste opere situate in zone non idonee? zone franose, vicini a centri abitati, altamente sismiche, su falde acquifere.

Il codice ambiente stabilisce che le discariche non vanno ubicati in aree interessate da fenomeni quali faglie attive, aree a rischio sismico di 1a categoria, aree interessate da attività vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici; in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale; in aree dove i processi geologici superficiali quali l'erosione accelerata, le frane, l'instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l'integrità della discarica e delle opere ad essa connesse; in aree soggette ad attività di tipo idrotermale; in aree esondabili, instabili e alluvionabilivicino ai centri abitati

Le discariche possono essere autorizzate solo se le caratteristiche del luogo, per quanto riguarda le condizioni di cui sopra, o le misure correttive da adottare, indichino che la discarica non costituisca un grave rischio ecologico.

Mi appello alla sensibilità e confido nella capacità del nostro Presidente, Roberto Occhiuto, affinchè intervenga subito con la massima urgenza su questo delicatissimo tema al fine di verificare (per tutte le discariche situate nel territorio calabrese) la sussistenza dei requisiti per il loro corretto funzionamento e ove tali requisiti non fossero, anche in minima parte, rispettati, di attivarsi per la loro definitiva chiusura, messa in sicurezza e bonifica. Ne va la salute della collettività.

Personalmente, credo che le discariche non rappresentino una misura efficace per lo smaltimento dei rifiuti ma soltanto, e se adeguatamente controllate e sorvegliate, un'alternativa provvisoria ad una messa a sistema del ciclo integrato dei rifiuti nel rispetto dei criteri per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile, soprattutto in una terra come la Calabria che gode di un patrimonio ambientale unico semmai da tutelare e valorizzare, così come il benessere e la salute delle sue comunità.

Rita De Lorenzo

Vice Segretaria Regionale Italia del Meridione