A sorpresa, ma poi neanche tanta, dopo più di trent'anni di attività associativa, dedicati allo sviluppo ed alla crescita di Avis, sono arrivate le dimissioni di due dirigenti associativi che hanno contribuito a fare la storia di Avis in Calabria: Rocco Chiriano e Giuseppe Perpiglia.  I motivi sono riassunti nella nota che hanno indirizzato alle strutture avisine.

La nota di dimissioni inizia con una domanda retorica: «Ãˆ preferibile andare a testa alta nella direzione scelta perché riconosciuta giusta e corretta, oppure seguire la direzione indicata, o imposta, da altri, comportandosi un po' come i topi del pifferaio di Hamelin?».

Tutto è nato, e non poteva essere altrimenti, dalla pubblicazione del loro lavoro "UNA STORIA DI ORDINARIO VOLONTARIATO" che sta trovando molto credito presso tutti coloro, e sono tanti, che lo hanno letto. L'amore e la dedizione verso l'Associazione non possono coprire le cose che non vanno, in special modo quando la danneggiano e tendono a screditarla, minandone la legittimazione e la fiducia costruita, grazie alla dedizione dei più, nel corso degli anni.

L'accusa che Rocco Chiriano e Giuseppe Perpiglia rivolgono all'Avis, a questa Avis, è l'aver tradito il mandato valoriale lasciato dal suo fondatore, il dottore Vittorio Formentano, e che dovrebbe, invece, rappresentare il faro di ogni azione dei soci e, ancor di più, dei dirigenti.

D: Nella lettera si fa riferimento al contenuto del libro da voi recentemente pubblicato "Una storia di ordinario volontariato", cosa contiene di così eclatante per essere causa dei tanti attacchi alle vostre persone?

R: Il libro, come già indicato nel sottotitolo, contiene la storia di otto anni in Avis regionale che, con un percorso virtuoso ed una gestione trasparente ed inclusiva, ha permesso alla nostra sede regionale di acquistare prestigio ed autorevolezza in tutta Italia. Nel corso degli ultimi anni, però, abbiamo incontrato delle anomalie e quindi non potevamo sottacere le storture gestionali ed amministrative riscontrate nei comportamenti di qualche struttura sotto ordinata. Per rispetto ai donatori e alle norme che regolano la vita delle organizzazioni di volontariato non potevamo girarci dall'altra parte.

 D: Ma non esistono dei controlli?

R: Certamente, ci sono organismi interni ed esterni per come previsto dal Codice del Terzo Settore. Tra coloro che sono deputati al controllo vi sono anche tutte le sedi sovra ordinate, per cui anche la sede regionale è tenuta ad esercitare funzioni di controllo e vigilanza nei confronti delle sedi provinciali e comunali che ricadono nel rispettivo territorio. Alcuni presidenti, però, mal digeriscono i controlli sul loro operato. Eppure tali controlli sono espressamente previsti dal nostro Statuto. I controlli esterni sono demandati agli Enti erogatori di risorse finanziarie ed agli organismi previsti dal Codice del Terzo Settore.

D: Continuerete a fare volontariato?

R: Certamente, perché lo spirito di solidarietà è qualcosa che non puoi allontanare da te neanche in presenza di alcune esperienze negative. Ci sono modi diversi per servire la comunità, all'interno ed all'esterno del volontariato organizzato. Siamo disposti, comunque, anche a ritornare nella stessa associazione ma solo a patto che essa torni ad essere quella alla quale ci siamo iscritti tanti anni addietro, un'associazione a cui abbiamo dato tanto e tanto abbiamo ricevuto in termini di gratificazione e di crescita personale. Senza falsa modestia possiamo affermare che la nostra esperienza potrebbe tornare ancora utile all'associazione e per questo è nostra intenzione dedicarci alla formazione dei volontari in quelle sedi che ci chiameranno. Al momento abbiamo già delle richieste da alcune sedi regionali del centro-nord.

D: Ci sono state reazioni alla lettura del libro?

R: Stanno arrivando da diverse parti d'Italia e sono tutte reazioni molto gratificanti. Coloro che hanno letto il nostro lavoro l'hanno definito una bella storia. Quando, poi, sono passati a leggere delle incrostazioni che si sono verificate e che sono ancora in essere sono rimasti sconcertati, delusi e increduli. Speriamo che questo lavoro serva a far prendere coscienza a più di un socio.