Milano, ragazza trovata morta nei bagni dell'Università IULM. Si tratta di suicidio e in una lettera le ragioni del gesto: "ho fallito negli studi".
Lezioni sospese nell'istituto. Studentessa si toglie la vita a Somma Vesuviana, gli mancavano ancora esami per Laurearsi.
Sono Maria, e mio figlio si è suicidato a 18 anni per un brutto voto.
Bologna, studente suicida per la laurea mancata. Lo psicologo: "Fallire non è una colpa".
Queste, sono solo alcune notizie, riportate dai media negli ultimi tempi ma, negli anni sono davvero tanti i casi di suicidio, legati alle performance scolastiche ed universitarie e non abbiamo fatto come comunità passi in avanti, ciò vuol dire che non ne abbiamo parlato abbastanza.
"Non sono automi perfetti, sono corpi con emozioni e difetti e con la possibilità di fallire. Questa è una realtà che si deve accettare, soprattutto ragionare sul fallimento; da esso si può rinascere. Il nostro sistema scolastico ci dice che possiamo tutti essere dei grossi vincitori, non vi ha detto niente degli sfigati o dei suicidi o del terrore di uno che soffre. In qualche luogo, solo senza che nessuno gli parli, senza che nessuno lo tocchi, così scrisse il grande Bukowski, parole che rimbombano nell'eco assordante delle aule scolastiche ed universitarie, oggi più che mai.
In una società che punta all'efficienza cieca, l'umanità è importante che venga presa sempre in considerazione".
Queste le parole di due studenti dell'UMG, per le Associazioni Universitarie Artù ed Eureka, Niccolò Ruscelli e Deila Arturi, i quali sottolineano l'importanza di supportare gli studenti che si sentono in difficoltà, che hanno bisogno di materiale per studiare, di una semplice parola di conforto, di un diritto da reclamare o una battaglia da perseguire. Insieme c'è sempre una soluzione, e continuano, puntando sull'importanza che ha ogni singolo studente per un l'Ateneo, una scuola e che la loro idea di azione universitaria, non è orientata all'individualismo ma alla tutela collettiva del benessere su tutti i fronti, maggiormente psicologico.
I ragazzi sul tema, riportano all'attenzione il caso di Carlotta Rossignoli, la laureata lampo in medicina:"siamo certi sia il vero modello da seguire? Influencer, modella e medico a soli 23 anni, Alfiere del lavoro in collaborazione con la Presidenza della Repubblica Italiana; i giornali cercano di comunicare e trasmettere, il VALORE DELLA FRETTA come modello a cui aspirare. Dunque qual è il rischio di questa narrazione? Sicuramente trascinare chi affronta il percorso in maniera più lenta, in un baratro di ansia e celerità verso il proprio futuro e questo, rappresenta una piaga sociale.
Ognuno di noi possiede un unico e personale percorso di realizzazione, ed è proprio che per questo motivo che non si può paragonare, un soggetto ad un altro per caratteristiche e capacità, non si può categorizzare gli individui come se ognuno salpasse dallo stesso punto di partenza, non si può spingere al crollo verso quella oggi si chiama depressione scolastica".
Nonostante tanta consapevolezza ancora oggi assistiamo a tragedie, l'ultima è una ragazza di soli 20 anni che l'1 Febbraio ha deciso di togliersi la vita nei bagni dell'Università IULM di Milano, scrivendo nella lettera di addio: "Scusate per i miei fallimenti", la conclusione è una soltanto: un modello che uccide, un sistema che schiaccia, che rema contro, che lascia soli sino a gesti estremi e poi? Cosa resta? Un: è troppo tardi.
I ragazzi concludono: "l'Università dovrebbe essere un luogo di aggregazione, di crescita personale, di condivisione, non soltanto di formazione e preparazione al lavoro, altrimenti porterebbe gli studenti all'alienazione".
Giusto è riflettere insieme su queste tematiche, portare avanti punti di vista, pensieri altrui, opinioni, questo servirà a far aumentare la consapevolezza comunitaria, quella dose giusta che serve per rilevare l'esistenza di un problema e trovare insieme una soluzione.
Marzo, 04 2023
Manuela Molinaro
Redazione Centro Calabria News