Il 13 settembre 2022, mentre era con la famiglia a Teheran, la 22enne Mahsa Amini è stata fermata e arrestata dalla polizia locale perché non indossava correttamente l'hijab. Morirà il 16 settembre nel reparto terapia intensiva dell'ospedale di Kasra, dopo due giorni di coma all'ospedale. Il 17 settembre i funerali della ragazza, nella sua città natale del Kurdistan iraniano, sono sfociati in scontri con la polizia, con un morto e decine di feriti. Le proteste e la repressione, si sono poi estese al resto del paese. Il 19 settembre, a Teheran, gli studenti di tre università sono scesi in piazza. Sui social network le ragazze si tagliano i capelli davanti alle telecamere in segno di solidarietà con Mahsa. La morte di questa donna è stata l'innesco per una guerra culturale, sociale e politica? Di certo nessuno è rimasto a guardare. Una storia che non va dimenticata.

"Nel mondo occidentale ed europeo, i diritti delle donne iniziarono ad affermarsi tra il 1800 e il 1900. La questione di Mahsa ha addolorato il mondo ed in particolare me. Come sempre sono abituato a fare, ci metto la faccia e da ragazzo, da studioso che quella cultura la conosce bene e molte altre cose le sta imparando a piccoli passi e da uomo, dico a gran voce che le donne, non dovrebbero avere il proprio volto coperto ma dovrebbero mostrare il sorriso perché è socializzazione, così lo sguardo. Condivido il velo islamico, il cosiddetto "HIJAB" e contesto fermamente il "BURQA", accessorio vestiario che copre interamente la donna, nascondendola. Preciso per offrivi qualche spunto di riflessione che il "BURQA" , non rappresenta la cultura islamica, bensì, rappresenta l'agire culturale di 2 Stati, l'Afghanistan, dove il "BURQA" è obbligatorio e il Pakistan. La storia di questa ragazza è, a mio avviso, una rivoluzione che ha risvegliato tutte le coscienze, sdoganando, una volta per tutte, il mito del velo obbligatorio in Iran, che esiste dal 1979. Andrebbe ricordata puntualmente quando, in ogni stato si parla di donne e dei loro diritti; un conto solo le analogie culinarie tra il medio oriente ed il sud est asiatico, altro è alzare dei muri culturali e religiosi. Sposo vivamente il pensiero di Masih Alinejad, l'attivista iraniana col fiore tra i capelli che pochi giorni fa in una contestazione a Roma ha urlato: «Il Burqa è come il muro di Berlino, facciamolo cadere»".

Per ora MA ASSALEMA, Arrivederci. Andrea, Arabo C.

La comunicazione è condivisione, è riflessione, è una voce a cui dono la possibilità di parlare per aprire confronti e costruire ponti per il futuro.

 


 Marzo, 24 2023

Manuela Molinaro

Redazione Centro Calabria News