"Anni come giorni son volati via brevi fotogrammi o treni in galleria, è un effetto serra che scioglie la felicità, delle nostre voglie e dei nostri jeans che cosa resterà. Cosa resterà…. chi la scatterà la fotografia, e la radio canta".
Correva l'anno 1989 e sul palco del Festival di Sanremo Raf cantava queste parole. Il brano si classifica soltanto quindicesimo, per poi ritrovarsi nelle playlist dei ragazzi di oggi, di quelli come me che ogni tanto pensano al noi che eravamo. Quella celeste nostalgia, il racconto del rimpianto, quel "sempre pronti, io e te, a nuove geometrie"; una canzone che scrive l'intensità di determinati momenti che è stata, è e sarà, ancora per molto tempo, nel cuore di molti di noi. Per la musica che ci gira intorno, oggi te lo dico con una parola: #AnniComeFotogrammi.
È bello raccontare una storia che ci accomuna, facendo un tuffo nel passato, in mezzo a vecchi ricordi, emozioni, sensazioni passate, come la "madeleine" di Marcel Proust continuamente alla ricerca del suo tempo perduto forse perché il migliore?! Frase catartica: NOI che eravamo quelli che….
Si divertivano giocando in mezzo alla strada o giù in cortile a palla avvelenata, cinque schiaccia, a un due tre stella, strega comanda colori, campana, dai nonni la domenica; quelli della tombola con le bucce di mandarino, nomi cose città, indovina chi, tris; quelli che ci bastava un campanello, suonavamo e scappavamo: puro divertimento.
Uno squillo ti penso, due ti amo. Quelli del t'appartengo io ci tengo se prometto poi mantengo, cresciuti a pane e Beverly Hills 90210, Merlos Place, Bayside School, Dawson's Creek, la tata Francesca Cacace, Friends e Willy dove lo lasciamo? Per noi il Nintendo era Super Mario, la scienza il corpo umano e il "Siamo fatti così"; imitavamo i fashion blogger con "Gira la moda". Quante, ma quante volte, avete scritto o ricevuto quel famoso bigliettino: "ti vuoi mettere con me?" Summer card, cabina telefonica, Hello Spank, Lupin, Occhi di gatto, scoprire l'amore con Kiss me Licia, imparare il calcio con Holly e Benji e amare la pallavolo per colpa di Mila e Shiro. Infinite parole chiavi di momenti che chissà cosa daremmo, per poterli rivivere.
Per la serie, vi sblocco ricordi: "Carramba che sorpresa" il sabato sera, Fiorello con il Karaoke ci faceva cantare a squarciagola alle 20:00 per le piazze d'Italia e il "Cioè" dove lo lasciamo? Lo zaino della Seven o dell'Invicta, la Smemoranda, i Tozzi, i pantacollant e per farci ancora più male: le feste a casa con i giochi a luce spenta, quello della bottiglia e delle sedie mentre girava un pezzo registrato male su una musicassetta. Eravamo quelli dall'estate sulla pelle con il Festilvabar, in spiaggia ballavamo i balli di gruppo mangiando i cornetti algida, i luk e i maxibon, two è meglio di one e il tormentone dell'estate chi se lo scorda? È il caso di dire: Please don't go.
Cosa ci resta di tutti quegli anni? Un'infinita collezione di ricordi, alcuni impressi in un fotogramma, da rullino senza filtri, solo lo scatto di un'estemporanea di secondo. Oggi ci chiamano Boomer ma ne andiamo fieri perché quello che contava, erano le emozioni vere: il guardarsi negli occhi, il parlarsi dal vivo. Siamo cresciuti, ci restano #AnniComeFotogrammi ma è bello, ricordare quanto eravamo felici davvero ed oggi, le note di quella stessa canzone ancora non fanno che ricordarcelo: "Cosa resterà e la radio canta...una verità, dentro una follia".
Marzo, 21 2023
Manuela Molinaro
Redazione Centro Calabria News