Classe 1958; di Gerace, Reggio Calabria, nella Locride, terzo di cinque figli, una delle figure di spicco della lotta contro la 'ndrangheta, nella quale è impegnato attivamente fin dagli inizi della propria carriera; da quasi 40 anni, vive sotto scorta e di recente ha avuto l'assegnazione di una scorta di primo livello. Lui è Nicola Gratteri, dal 21 aprile 2016 Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro che ha ricevuto pochi giorni fa, in occasione del Gran Premio internazionale di Venezia, un prestigioso riconoscimento, il Leone d'Oro.

Viene così onorato il suo impegno quotidiano, dato lustro alla sua carriera di magistrato e di scrittore; un continuo e forte contrasto alla criminalità organizzata, un magistrato italiano, un saggista che calca la linea dei grandi della memoria come Falcone e Borsellino. Uni vita di rinunce, di recite mancate del proprio figlio, del fermarsi liberamente in autogrill, del dormire senza pensieri, un uomo che con la sua famiglia perseguono un sogno: quello di una Calabria libera. Gratteri, ha iniziato la propria carriera nel 1986 come uditore giudiziario proprio nel capoluogo calabrese; dopo un anno e mezzo è diventato giudice a Locri, poi sostituto procuratore sempre a Locri prima di andare a lavorare nella Procura di Reggio Calabria dove è stato anche procuratore aggiunto. La vita del magistrato di Gerace – divenuto capo della Dda di Catanzaro nel maggio 2016 – è stata interamente caratterizzata dal contrasto alla mafia, con un obiettivo preciso: svegliare più coscienze possibili.

Prolifica anche l'attività di divulgazione scientifica sul fenomeno mafioso con la pubblicazione di 22 libri scritti insieme al docente universitario Antonio Nicaso. L'ultimo volume "Fuori dai confini", tratta l'espandersi della 'ndrangheta nel mondo. Questo riconoscimento  a Venezia, un atto dovuto, un abbraccio collettivo, un grazie ad un uomo che non si sta risparmiando e con coraggio, continua ad andare avanti a testa alta. "Ai ragazzi dico: non andate via, perché se tutti andiamo via consegneremo la Calabria ai figli dei boss e alla 'ndrangheta, che è ancora la più potente e la più pericolosa tra le mafie italiane. Certo non è semplice restare qui, ma bisogna insistere".

Con Gratteri traspare una Calabria meno rassegnata, che ha voglia di fare.

Giugno, 28 2023

Manuela Molinaro

Redazione Centro Calabria News