Un 12 giugno difficile da dimenticare. L'Italia piange l'Artista Francesco Nuti. Aveva 68 anni ed era malato da tempo. Lo ha reso noto la figlia (e tutrice legale) Ginevra assieme ai familiari, che ringraziano il personale sanitario e tutti coloro che lo hanno avuto in cura nel lungo periodo della malattia, in particolare a Villa Verde a Roma dove ha trascorso i suoi ultimi anni.
Nasce a Firenze il 17 maggio del 1955, figlio di Renzo Nuti, barbiere originario del Mugello, e di Anna Giglio, calabrese originaria di Crotone. Un poliedrico e trasformista che percorse la strada da attore e regista poi, conoscendo un grandissimo successo nella seconda metà degli anni '80 con pellicole come "Tutta colpa del Paradiso", "Stregati", "Caruso Pascoski (di padre polacco)", "Willy Signori e vengo da lontano"; quelli furono gli anni d'oro, gli unici perché verso la fine degli anni '90, Nuti precipitò in una spirale di insoddisfazione per via degli scarsi successi al botteghino dei suoi film con i quali non riusciva a replicare da molto tempo, così decise di scomparire dalle scene e fu travolto da una profonda depressione che lo portò all'alcolismo fino a che tutto precipitò il 3 settembre 2006, quando l'attore cadde violentemente dalle scale nella sua abitazione a Roma. Francesco Nuti fu trasportato al Policlinico Umberto I con un grave ematoma cranico per il quale fu operato d'urgenza. L'attore, entrò in coma per quattro mesi, a seguito danni neurologici permanenti e compromissione delle capacità motorie, viveva su una sedia a rotelle. L'anno 2016 venne nuovamente ricoverato per l'aggravarsi della situazione sino alla morte ad oggi.
Un artista che descrisse in un'ultima intervista il mondo del cinema come un mondo favoloso, difficile e duro, dove tutto sembra possibile, dal più grande successo alla più grande rovina, ma per certi versi faro di speranza per ricominciare sempre; un uomo che sapeva magistralmente raccontare nelle sue creazioni la solitudine, la malinconia il malessere in una chiave anche ironica; dalle doti particolari che vennero fuori come attore con la pellicola "Madonna che silenzio c'è stasera" di Maurizio Ponzi del 1982, in cui interpretava un giovane smarrito in cerca di lavoro e alla costante ricerca del padre morto in una fabbrica e dalle grandi interpretazioni con Ornella Muti e Ricky Tognazzi. Oggi resta la sua grande poetica e Leonardo Pieraccioni definisce le sue pellicole acquerelli perfetti.
Resterà di lui quel ricordo di non aver mai vissuto per il successo ma, per l'amore del voler comunicare in maniera intima, con il suo pubblico ed emozionare, definendo il resto del mondo come qualcosa che non conta.
Ciao Francesco.
Giugno, 12 2023
Manuela Molinaro
Redazione Centro Calabria News