Improvvisazione, relazione, contatto, coreografie e musica per un'arte adatta a tutti, perché si può ballare e saltare anche solo con un dito. La danza non è mettere a confronto l'uno con l'altro, ma accettare ognuno così com'è, con le proprie capacità, abilità, con quell'essenza che sottolinea un modo di essere. In due parole: Inclusione e DanceAbility.
Lo Studio Danza di Cassano allo Ionio, apre così le porte al metodo espressivo corporeo, al di là del corpo stesso a volte trasportando chi osserva il danzatore, ad immaginare un'altra realtà. Così grazie a questo nuovo percorso a cui si è accostata da un po' di tempo questa scuola, Maria Francesca raggiunge un primo pezzetto di sogno: danzare senza riserve, con coraggio e determinazione.
Affronta gli esami di fine anno dopo un duro percorso ma molto motivante e ce la fa, credendo ancora di più che i limiti, sono solo nella testa degli altri e se, la danza è comunicazione lei è riuscita nell'intento. Eccola, in una foto raggiante con l'insegnante Grazia Ciappetta direttrice della scuola e Greta Martucci, ballerina professionista e docente presso il Brancaccio Danza di Roma.
Maria Francesca ha 20 anni, è nata con la spina bifida ed ha i tutori alle gambe, con la necessità di camminare con le stampelle. La maestra Grazia convinta che l'arte qualunque essa sia debba emozionare, accetta di seguire questa ragazza con tempo, impegno, dedizione, studi specifici, così da regalarle la felicità di sentirsi libera di poter essere e, costruisce una coreografia ad hoc; Maria Francesca su una sedia mostra la parte migliore di sé; ha un'espressività come poche, comunica, rapisce e quella stampella accanto a lei, fa comprendere che c'è qualcosa che può andare aldilà del problema. Sente la musica e trasmette voglia di vivere insieme ad un urlo: nella vita si può tutto, se c'è la voglia e la volontà di farlo.
La maestra Ciappetta è convinta che bisogna sperimentare perché la danza può essere aperta a tutti, dipende dalla prospettiva da cui si guarda: "Fondamentale è partire dalla persona, da come essa è, dipende la danza che ne scaturirà. Il metodo cambia a seconda di chi si incontra". Continua: "La forza di questo lavoro sta nell'inclusione e, la cosa più importante, è trovare modi di comunicazione, capire che le cose invisibili che ci limitano, sono molte di più delle disabilità evidenti".
La verità è che danzando, il movimento fa aprire verso gli altri e quello che si sperimenta, in sostanza, è la gioia: "Avere uno spazio in cui relazionarsi con gli altri attraverso il movimento è gioia enorme" , conclude la Ciappetta, chiaro segno di una professionista in continua evoluzione.
I nostri complimenti vanno a tutti ma in particolare a Maria Francesca: per un sogno realizzato ne nasce un altro da realizzare. Ad Majora.