"Una citazione nei confronti di Fincalabra, società in house della Regione Calabria, è stata depositata dalla Procura regionale della Corte dei conti per un danno erariale di un milione e 613 mila euro per l'assunzione illegittima di personale esterno". Lo ha detto il procuratore regionale Rossella Scerbo incontrando i giornalisti prima dell'inizio della cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Il procuratore ha dato notizia, inoltre, di numerose altre vertenze istruttorie aperte e di accertamenti, con deleghe alla Guardia di finanza, per le indagini per svariate altre fattispecie di danno riguardanti altre società partecipate per spese, per ingenti importi, non rispondenti ai fini istituzionali, per assunzioni di personale in prossimità di scadenza elettorali e conferimenti di incarichi e consulenze "contra legem".
Il magistrato ha poi illustrato la situazione relativa al sistema normativo riguardante l'azione della Procura e ha lamentato "una forte carenza di organico che si accentuerà - ha detto - alla fine dell'anno se non dovessero intervenire fatti nuovi con l'arrivo di altri magistrati".
Presidente Condemi: Gattopardesca rassegnazione illeciti
"Le tipologie di aggressione al patrimonio pubblico, nelle loro variegate molteplicità , si sono ripetute anche nell'anno in esame, ormai secondo un triste e più virulento copione di dannose inefficienze amministrative, di truffe ad enti previdenziali, di indebite percezioni di finanziamenti pubblici nazionali ed europei, di procedimenti ablatori da parte di enti locali, iniziati e non definiti, di illeciti comportamenti di dirigenti medici in danno di aziende sanitarie e diverse altre fattispecie". Lo ha detto il presidente della sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei Conti, Mario Condemi, leggendo la relazione sull'attività svolta in apertura dell'anno giudiziario contabile 2016. Il presidente Condemi, che ha insistito sulla carenza di organici destinata ad acuirsi nei prossimi mesi (anche lui andrà in pensione in estate), ha sostenuto che "i fatti illeciti, illegittimi, gli sprechi, le distrazioni di fondi, le irregolarità dei conti, i dissesti e le responsabilità connesse, vengono spesso erroneamente considerati come atti e fatti in sé autonomi, nati, vissuti ed accertati come singole patologie", aggiungendo che, di fronte a ciò, "sia gli organi istituzionali, che dovrebbero reagire amministrativamente, normativamente e politicamente, non sentono tale responsabilità , sia l'opinione pubblica, spesso male avvertita o semplicisticamente notiziata dai media, si adagiano su una gattopardesca rassegnazione. Ma uno degli aspetti che particolarmente allarma, attualmente e in prospettiva - ha detto ancora Condemi - è quello per cui le distorsioni, le degenerazioni e le alterazioni suddette sono molto spesso effetto di un sistema a monte disorganizzato amministrativamente (volontario o meno), disomogeneo nei suoi disegni programmatici e migliorativi, frammentario, inefficiente e lento, anche per incompetenza di funzionari ignavi nell'aggiornarsi e nel recepire nuovi stimoli professionali". La sanità si conferma in Calabria ambito particolarmente sensibile. "Allarmano - ha aggiunto il presidente Condemi - dichiarazioni di ex commissari delle varie aziende sanitarie provinciali sulla situazione di caos, di inefficienza e di precarietà in cui versano le diverse aree aziendali". Una situazione che comporta "mancata riscossione di ticket sanitari per milioni di euro, mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici per avere accettato incarichi extraprofessionali non preventivamente autorizzati e impiego in strutture private; macroscopiche irregolarità in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali, appalti per le forniture e servizi pilotati con aspetti di corruttela, tant'è che è intervenuto il cosiddetto 'manuale' Cantone volto a prevenire pratiche illecite". Il presidente si è poi soffermato sul caso dell'Asp di Reggio, definita "una banca" dal commissario ad acta per il rientro dal deficit, "avendo egli accertato - ha precisato Condemi - che i mancati pagamenti alle imprese fornitrici, che vantavano crediti, producono un singolare nuovo e redditizio sistema di investimento, nel senso che per ogni anno di ritardo nei pagamenti l'azienda deve corrispondere un interesse del 6%". "Un altro aspetto - ha sostenuto ancora Condemi - è quello che riguarda la natura e le modalità criminogene che caratterizzano atti e fatti illeciti compiuti a danno dell'erario nell'ambito dei finanziamenti e contributi nazionali e Ue a favore dell'agricoltura, di imprese industriali e dell'autoimprenditoria" con la scoperta, nello specifico, di "accordi truffaldini fra aventi diritto teorici". Alla data del primo gennaio 2015 risultavano pendenti 14.701 conti giudiziali, con 3.115 pervenuti e 6.092 definiti, e con una rimanenza pari a 11.724. Il totale dell'importo delle sentenze di condanna, nell'ambito del contenzioso amministrativo contabile, ammonta a oltre 25 milioni e 520 mila euro.