Se già nel 2013 l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture nel report sulle società aeroportuali indicava la necessità di separare gli enti gestori degli scali da quelli che ne curano i servizi a terra per motivi economici, ora che Sacal si adegua a tale valutazione il mondo della politica si schiera contro tale scelta.
All'indomani della conferenza stampa tenuta dal presidente Colosimo, l'ex assessore Piccioni, oggi consigliere comunale, si scaglia contro l'amministrazione comunale per aver richiesto chiarimenti in quanto socio della Spa sulla decisione che lo stesso cda e l'assemblea aveva avvalorato nei mesi precedenti.
«Come può l’amministrazione del Comune di Lamezia Terme, socio di maggioranza relativa del Cda Sacal e schieratosi con il gruppo "Colosimo", dire pubblicamente di “volerci vedere chiaro” su cosa sta succedendo ai vertici dell’aeroporto? Possibile che l’amministrazione Mascaro non sapesse nulla dell’intenzione da parte dei vertici della Sacal di costituire la società di handling? Possibile che quello stesso Colosimo, che Mascaro ha difeso a spada tratta nei mesi scorsi contro tutto e tutti, non abbia messo al corrente il Sindaco di Lamezia Terme di scelte così importanti, con ricadute così pesanti per lo scalo lametino?», si chiede Piccioni in merito ad un atto che è diventato obbligatorio per legge dal superamento dei 2 milioni di passeggeri da parte dello scalo lametino.
Secondo Piccioni «o l’amministrazione comunale, tramite il rappresentante del Comune in seno al Cda, Emanuele Ionà , era perfettamente a conoscenza delle scelte della società aeroportuale e ora getta un po’ di fumo negli occhi inventandosi un fantomatico “mandato ispettivo”, come pezza per coprire uno strappo già consumato da tempo. Oppure – seconda ipotesi - il rappresentante del Comune non informa l’amministrazione comunale di ciò che avviene in seno Cda: se così fosse, sarebbe un fatto politicamente gravissimo».
Se ieri Ionà era comunque presente tra coloro i quali ascoltavano la conferenza stampa in Sacal, Piccioni annuncia così l'intenzione della «convocazione del consigliere Ionà nella commissione consiliare di competenza: pretendiamo chiarezza. Così come non c'è stata risposta al mio appello di sottoscrivere le quote relative all'aumento di capitale attraverso il ricavo di 1.200.000 euro delle vendite del complesso Calcitalia», anche se l'incasso totale dell'alienazione dei beni è inserito all'interno del piano di riequilibrio e si è fermato ad un totale di 1.175.152,50 euro.
Piccioni si interroga perché non sia stato rispettato il mandato del consiglio comunale nel chiedere di «modificare dall’assemblea dei soci lo statuto della società per introdurre il voto ponderato perché – cito le testuali parole del Sindaco – “Lamezia deve pesare per il 20%, noi dobbiamo fare gli interessi di Lamezia”. Così come si era impegnato a far introdurre una clausola di solidarietà per i lavoratori che, a seguito della riorganizzazione delle attività legata al superamento dei 2 milioni di passeggeri, si sarebbero trovati a passare da Sacal Spa a un’altra società », clausola che ieri però è stata ribadita dallo stesso Colosimo come in atto.
L'ex assessore ricorda infine come «se il 19 ottobre scorso Mascaro ci invitava a “metterci una mano sulla coscienza” per aver lasciato per anni il Cda Sacal privo di un rappresentante del Comune di Lamezia, questa situazione dimostra che la realtà dei fatti è un’altra: la terza città della Calabria conta poco o niente nella gestione dell’aeroporto e l’amministrazione Mascaro, pur con un suo rappresentante in Cda, è incapace di incidere sulle scelte del management della società aeroportuale».
Il tutto parlando però di una società per azioni, non di una municipalizzata a totale capitale pubblico.