"Come non si puo' essere d'accordo con il Presidente della Confagricoltura Dr Alberto Statti, quando afferma: L'olio Calabrese deve pretendere il marchio IGP.?? Concordiamo e sosteniamo!
Pur tuttavia, emerge che oggi il settore agricolo calabrese, seppur di prestigio, procede a rilento, e quindi va accompagnato da una politica d'avanguardia, legata alle leggi di mercato, con una promozione costante, con una vicinanza istituzionale, capace di penetrare in un difficile mondo, dove le entrature immischianti dei Paesi come la Tunisia, ecc, ingeriscono con i loro prodotti, probabilmente con scarsa tutela per il consumatore, con una manodopera a basso costo, e con un frutto della terra finale, che entra a gamba tesa in Europa, flagellando i nostri prodotti". Lo scrive Salvatore De Biase, del Gruppo Calabria al Centro.
"Ecco Perché l'appello del Presidente Statti, va raccolto e capitalizzato. Nel settore specifico vi lavorano migliaia di operatori, con un visibile interesse dei giovani, con laureati innovatori, che soppiantano sempre più la precedente generazione. Insomma creano occupazione e fiducia nel futuro, in un comparto che di fatto si caratterizza con una calabresità storica.
Per fortuna, la nostra agricoltura, seppur con tante contraddizioni, non è tra le ultime, ma va comunque sostenuta ed aiutata nei processi innovativi e di mercato.
La Regione, il Ministero delle Politiche Agricole, deve essere raggiunto e la voce di una nuova prospettive dell'agricoltura calabrese, deve essere ascoltata, per una auspicabile crescita.
E' vero che l'agricoltura italiana è profondamente cambiata e "le dinamiche che la riguardano hanno effetti immediati e diretti sui territori e sulle comunità", ma è altrettanto vero, che occorre operare fin da subito, per evitare l'abbandono dei territori rurali e il consumo del suolo, e tutto ciò passa, con politiche di sostegno, consapevoli tutti, che la produzione agricola, crea sviluppo ed occupazione, come la storia racconta, specie nella nostra realtà che si caratterizza a prevalenza rurale.
Investire dunque in agricoltura è un obbligo, perché ciò comporta la trasformazione del prodotto agricolo, che può dare luogo ad una agricoltura legata all'industria.
Questa, a mio parere, è la chiave di una porta da aprire verso il futuro, ovvero riflettere approfondire i punti di crisi e quelli di forza, al fine di intervenire con le cure adeguate. E questo comporta, programmazione moderna, investimenti e competenza.
La Calabria deve essere tutelata in Europa, quanto nel mercato Nazionale, e bene ha precisato il Presidente Statti, che occorre pretendere "il marchio di qualità IGP "Olio di Calabria"; assieme ai marchi unici, "del vino e degli agrumi".
Quale Capo gruppo, di Calabria al Centro, offro al Presidente Statti, la valutazione di un Consiglio comunale a sostegno della sue tesi, che per quanto mi riguardano, sono le tesi di una Calabria che deve cambiare e svilupparsi adeguatamente, anche in questo settore".