«"Dio si mise all'opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi" scriveva della nostra terra il poeta Leonida Repaci. Non sapendo che la Regione Calabria, oltre 50 anni dopo, sarebbe riuscita nell'ineguagliabile primato di abbrutirne l'immagine agli occhi dei turisti e dei visitatori». È quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò.
«Sfogliando la rivista di bordo di Ryanair, presente su tutti i voli europei della compagnia – prosegue – t'imbatti, con rabbia e una punta di amarezza, in una pubblicità sulla Calabria, finanziata dalla stessa Regione, che di promozionale ha davvero poco. Davvero un distillato di mediocrità. C'è da rimanere basiti: errori grossolani, approssimazione e sciatteria, degni del peggior marketing pubblicitario. Più che attirarli i turisti, forse vogliono farli scappare. Più che promuoverla e valorizzarla, la Regione sembrerebbe voler affossare e demonizzare la Calabria e le sue inespresse vocazioni di sviluppo turistico. A che servono ora le recriminazioni e la "caccia" ai responsabili annunciata dal presidente Oliverio? Quelle del vertice della giunta sono lacrime di coccodrillo. Avrebbe dovuto pensarci prima per evitare l'ennesima figuraccia della Regione che ora, inarrestabile, corre veloce sui circuiti globali dei social network. Zero appeal e grafica da strapazzo; per sponsorizzare la Calabria e promuovere la competitività del sistema aeroportuale calabrese, sarebbe stata preferibile una bella immagine della nostra terra epurata da figure poco gradevoli. Questa campagna pubblicitaria è la più macroscopica riprova di un autolesionismo che non ha pari, il quale mette alla berlina l'ente territoriale più importante e autorevole della regione nella committenza di incarichi, nonché gli stessi affidatari del progetto che non hanno alcun rossore. E che dire poi di chi avrebbe dovuto controllare e monitorare prima del "Visto si stampi". Davvero un insulto alla competenza e professionalità di grafici e pubblicitari alla ricerca affannosa di un'occupazione ma anche un'offesa ai criteri dell'efficacia della spesa pubblica rispetto al conseguimento degli obiettivi istituzionali, considerato che lo spot reca il logo e dunque il patrocinio dell'Ue, dello Stato e della stessa Regione. Il mix di menefreghismo, incompiutezza e zero controlli, che ha scatenato roventi polemiche sul web, ha spinto persino il Codacons a denunciare la pubblicita' incriminata alla magistratura contabile, chiedendo di aprire una indagine per verificare se la pagina sia stata pagata dalla Regione Calabria e, in tal caso, quanto abbia speso l'amministrazione per commissionare e pubblicare una pubblicità che rischia di danneggiare seriamente il turismo locale».
«Grazie a queste e ad altre chicche di incapacità gestionale – conclude Nicolò – la nostra regione è stata etichettata con locuzioni poco eleganti che certamente non fanno inorgoglire. Che beffa per i calabresi, eredi della Magna Graecia e della cultura classica che ha dato vita alla civiltà occidentale».