"La recente inchiesta che ha interessato il reparto di Ginecologia e Neonatologia degli Ospedali Riuniti -affidando le sentenze e gli approfondimenti agli organi competenti- avrebbe dovuto indurre la società civile e la politica a riflessioni più appropriate". Inizia così la nota del movimento Azione Nazionale che attacca duramente il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà dopo il suo commento in merito allo scandalo dei "Riuniti" che ha portato all'esecuzione di 11 misure cautelari nei confronti del personale sanitario. "Certamente – sottolinea il movimento – è intollerabile dover assistere a prediche e paternali da parte di soggetti non titolati, almeno per pudore, a proferire parola sull'argomento. E' il caso, manco a dirlo, del sindaco di Reggio Calabria Falcomatà, capace anche in questa occasione di "sfruttare" il clamore mediatico a proprio uso e consumo rilasciando dichiarazioni in pompa magna, costruendosi la solita "aurea" di "verginello" dalla faccia pulita, consumando interviste televisive sulle emittenti nazionali, dispensando "morali" con dichiarazioni a mezzo stampa. Il dilemma che ci assale, però, è capire se Falcomatà abbia rilasciato queste interviste quale primo cittadino di Reggio o quale fratello di una persona indagata proprio per un "dubbio" concorso agli Ospedali Riuniti; se abbia parlato solo per circostanza (in pieno stile renziano) o per un tormentato sussulto di coscienza. Certamente Falcomatà avrebbe dovuto preferire il silenzio alla banalità. Avrebbe dovuto tacere piuttosto che prendere in giro i cittadini. "Il posto è mio" arrogava qualcuno: ed era un posto proprio agli Ospedali Riuniti, in sfregio ad un regolare concorso pubblico: una procedura per la quale, lo ricordiamo al Sindaco, sua sorella Valeria e suo cognato Demetrio Naccari Carlizzi (altro moralizzatore di professione) risultano indagati. E visto che di sanità si parla, Falcomatà avrebbe potuto ricordare, magari tra una frase ad effetto ed un'altra, quando lo stesso Naccari Carlizzi, al telefono, voleva "far vendere un organo" ad un giornalista colpevole solo di aver svolto il proprio lavoro, approfondendo i contorni dell'inchiesta in questione, senza schierarsi nell'oblio del silenzio a cui molta stampa reggina è consapevolmente piegata. Ecco forse Falcomatà, sindaco, avrebbe dovuto esporsi su queste vicende o, in caso contrario, avrebbe dovuto tacere. Quantomeno per pudore".