«Nella provincia di Cosenza vi è stata una incredibile adesione degli studenti del secondo anno al boicottaggio delle prove Invalsi somministrate in tutte le scuole questa mattina». Lo afferma in una nota la federazione provinciale del Fronte della Gioventù Comunista, l’organizzazione che in questo mese si è spesa di più per il boicottaggio. «Abbiamo registrato percentuali di adesioni superiori all’80/90% in tutta la provincia, con picchi del 100% di boicottaggio nella maggior parte delle scuole e delle classi. Tra questi, nel capoluogo cosentino segnaliamo il 100% di boicottaggio dei test all’IIS Valentini, all’istituto Majorana, all’istituto alberghiero Mancini e all’ITC Cosentino di Rende, ai quali si aggiungono ulteriori picchi di boicottaggio del 100% in 8 classi del liceo scientifico E. Fermi, 6 classi dell’istituto professionale Da Vinci e in 4 classi del liceo scientifico Scorza, insieme al boicottaggio totale in una classe del liceo classico Telesio. Anche negli altri comuni della provincia si sono registrate alte percentuali di boicottaggio, tra studenti che in massa si sono rifiutati di entrare a scuola o che hanno lasciato in bianco il test. Fra tutte spiccano il comune di Acri, in cui l’87% di tutti gli studenti del secondo anno ha boicottato le prove (con picchi del 100% al geometra, al professionale e alla ragioneria e del 70% nel liceo classico-scientifico V. Julia) e soprattutto Corigliano Calabro, in cui al liceo scientifico F. Bruno e al liceo classico G. Colosimo il 95% degli studenti ha rifiutato di svolgere le prove, molti di loro radunandosi davanti alla scuola per dare il via a un presidio contro gli Invalsi con tanto di assemblea pubblica; agli studenti liceali si sono affiancati quelli dell’ITG Falcone Borsellino, in cui è arrivata al 90% la percentuale di studenti che si sono ribellati non compilando il test. Ma sempre a Corigliano ancora più eclatante è il risultato raggiunto all’ IPSIA Nicholas Green, dove gli studenti hanno reagito alle minacce della dirigenza scolastica (che nei giorni scorsi ha provato in maniera inutile e illegittima di sospendere uno studente del FGC solo perché sostenitore e organizzatore del boicottaggio) e questa stessa mattina hanno deciso di rivoltarsi correndo letteralmente fuori da scuola per non fare le prove, facendo registrare anche in questo istituto il 100% di boicottaggio dei tanto odiati test Invalsi». Per il secondo anno consecutivo gli studenti hanno dimostrato di essere contrari alla Buona scuola e al sistema Invalsi, secondo il segretario provinciale del FGC Manuele Panella, che afferma anche la necessità e l’esistenza di un cambio di rotta nella lotta per la difesa della scuola pubblica: «Renzi sta continuando le politiche dei suoi predecessori di definanziamento e dequalificazione della scuola pubblica, spingendo verso l’aziendalizzazione e privatizzazione della scuole, a vantaggio di tutti quei grandi imprenditori che hanno interesse a fare profitto sugli istituti. I numeri parlano chiaro: l’adesione al boicottaggio delle Invalsi dimostra che sempre più studenti sono coscienti di questo processo e contrari alla inutile e dannosa competizione fra le scuole che il sistema Invalsi promuove, oltre che alla dequalificazione dell’istruzione imposta dal modello nozionistico di questi quiz. In una terra come la nostra, dove i giovani sono costretti ad emigrare per l’altissima disoccupazione e la mancanza di certezze sul futuro, creare scuole “di serie A” e “di serie B”, rendendo le prime accessibili solo a chi può permetterselo e le seconde dei veri e propri ghetti per i figli di lavoratori e disoccupati, è una chiara scelta di classe che colpisce terribilmente la gioventù e le famiglie delle masse popolari. È quanto mai necessario oggi, in tutta la provincia cosentina, comprendere la volontà di ribellione degli studenti delle fasce deboli e dare profondità alle loro lotte con lo strumento più importante, ovvero l’organizzazione, che deve essere omogenea e capillare in tutte le scuole, con parole d’ordine precise rivolte contro la scuola di classe che governo e UE impongono. Per questo rivendichiamo lo smantellamento di queste prove indecenti e il rifinanziamento totale delle scuole pubbliche da parte dello Stato, in maniera equa ed escludendo le scuole private e gli imprenditori che vogliono entrare nei consigli d’istituto, per un’istruzione realmente pubblica, gratuita e accessibile a tutti, e non solo a chi può permetterselo». La nota si conclude con un forte appello a tutti gli studenti della provincia e alle dirigenze delle scuole: «Nessun atto intimidatorio o repressivo da parte dei presidi potrà mai fermare la lotta cosciente, organizzata e diffusa di chi si batte per un diritto sociale inalienabile come l’istruzione pubblica. A nulla serviranno minacce di provvedimenti disciplinari, abbassamento dei voti di condotta o quant’altro. Boicottare i test Invalsi è un atto pienamente legittimo e nessuna legge afferma il contrario. Abbiamo già diffuso nelle scuole gli strumenti legali fondamentali per la tutela degli studenti che hanno preso questa posizione, e continueremo a difenderli fino alla fine. Ogni forma di resistenza da parte dei dirigenti scolastici è solo inutile e vergognosa (come lo è stato tentare di impedire ai militanti del FGC di volantinare e fare azioni davanti alle scuole per il boicottaggio dei test), e servirà solo a dimostrare a tutti come ormai i presidi siano soltanto manager burattini al servizio del governo e delle sue politiche antipopolari».