
Nella nota viene fatto un excursus sul declino dell’ospedale per scelte
scellerate e mancanza di una forte
rappresentanza politica.
La struttura ospedaliera lametina classificata di grandi dimensioni per i
suoi 700 posti letto per i quali è stata costruita, per la sua centralità,
sicurezza, gli ampi parcheggi annessi e il grande parco che la circonda. Il
declino del nosocomio cittadino ha inizio nel lontano 2007, quando era
assessore regionale alla sanità calabrese la lametina Doris Lo Moro. Infatti,
in quel periodo fu soppressa l’Azienda Sanitaria Locale n.6 di Lamezia Terme
per accorparla a quella catanzarese, divenendo così, Azienda Sanitaria
Provinciale di Catanzaro. Il declino continua durante il governo di
centrodestra, con il reggino Giuseppe Scopelliti Governatore della Calabria e
il lametino Franco Talarico, Presidente del consiglio della stessa Regione e
attualmente assessore regionale al Bilancio e al Personale. Fu proprio durante
quest’ultimo governo regionale che, l’ospedale della città della Piana fu
visitato dal Ministro alla salute dell’epoca on.le Lorenzin con il Presidente
Talarico, i quali assicurarono che nessun reparto del nosocomio lametino
sarebbe stato soppresso o declassato. Al contrario, con il commissariamento
della sanità calabrese e l’invio in Calabria del sig. Scura, da parte dello
stesso Governo di cui faceva parte la Lorenzin, è stata completata l’opera di
smantellamento dell’ospedale lametino. Eppure, il piano sanitario regionale
approvato nella 117° seduta del 21 Dicembre 1994, che riconosceva all’ospedale
lametino un ruolo di primo piano, prevedeva l’istituzione del reparto grandi
ustionati per l’intera Regione con 8 posti letto, unica base di elisoccorso,
per il reparto di malattie infettive, già esistente, prevedeva ben 40 posti
letto e il potenziamento del servizio di microbiologia e virologia (istituito
con deliberazione del consiglio regionale n. 207 del 15 Luglio 1992),
innalzando quest’ultimo a centro di riferimento regionale. Inoltre, la delibera
CIPE del 3 Agosto 1990 concretizzava l’elaborazione dei progetti esecutivi
delle costruzioni dei nuovi reparti di malattie infettive dei presidi
ospedalieri di Catanzaro, Cosenza e Lamezia Terme.
Gli edifici di Catanzaro e Cosenza sono stati realizzati già da tempo,
mentre i vari miliardi di vecchie lire destinati alla costruzione del
padiglione lametino sono stati dirottati altrove. Il sig. Scura, più che per il
piano di rientro, sembra essere stato nominato per sottostare ai dettami di una
certa politica anti lametina. Infatti, non ha fatto altro che completare
l’opera di distruzione dell’ospedale di Lamezia costringendo, così, gran parte
del bacino di utenza di Lamezia e del lametino a ricorrere alle strutture sanitarie
catanzaresi giustificando, in questo modo, lo sperpero di denaro pubblico per
la costruzione dello scatolone vuoto del Policlinico di Germaneto. Non solo
sono stati soppressi malattie infettive e microbiologia e virologia, ma sono
tante le scelte scellerate compiute dal sig. Scura ai danni del “Giovanni Paolo
II”. È stata soppressa la Terapia Intensiva Neonatale (TIN), la prima in
Calabria e la migliore dell’intero sud Italia, al servizio non solo della città
della Piana e del suo hinterland, ma dell’intera Calabria e dell’intero
Mezzogiorno ( basti ricordare il neonato trasportato con un velivolo militare
da Cagliari e salvato nella TIN lametina); il Centro Trasfusionale, il
migliore della Calabria che forniva sangue a tutta la Regione, è stato
trasformato in una semplice emoteca; non ha istituito il percorso STROKE nella
divisione di neurologia, costringendo i pazienti affetti da ictus a emigrare
all’hub di Catanzaro o agli spoke di Crotone o di Vibo, .
Le scelte politiche e scellerate di Scura, hanno fatto si che malattie
infettive, microbiologia e virologia continuassero ad operare tranquillamente a
Crotone e Vibo pur essendo ospedali Spoke come quello lametino, che la TIN
continuasse ad operare a Crotone quando era invece prevista, sempre dallo
stesso Scura, nei tre ospedale hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio C., e che i
percorsi stroke venissero istituiti a Crotone e Vibo. Tutto ciò la dice lunga.
Dinanzi a questo disastro, un fatto molto grave, non è stata mai convocata la
conferenza dei Sindaci dei comuni di competenza dell’ASP di Catanzaro da parte
di chi di competenza. L’ospedale lametino, non solo deve riavere tutto ciò che
ingiustamente le è stato tolto ad incominciare dalla TIN, ma deve essere potenziato
incominciando dall’istituzione dell’emodinamica poiché, i cittadini di Lamezia
e del suo Hinterland hanno il diritto di ricoverarsi e curarsi a Lamezia Terme,
anche perché l’ospedale “Pugliese” di Catanzaro scoppia. Pertanto, è giunto il
momento che i parlamentari lametini Furgiuele e D’Ippolito, l’assessore
regionale Talarico e il consigliere regionale del Lametino Raso, facciano la
loro parte e battano i pugni presso chi di competenza per ridare dignità e
prestigio all’ospedale ‘Giovanni Paolo II’ di Lamezia Terme”.