
“L’emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio il
Paese si è già trasformata in pericoloso allarme sociale che rischia di
degenerare in maniera drammatica, soprattutto per le fasce più deboli della
società. Il numero delle persone affette da Coronavirus che non ce la
fanno a sopravvivere aumenta di giorno in giorno, come quello delle famiglie
messe in ginocchio dal blocco delle attività: piccole aziende, commercianti,
artigiani, è il popolo delle Partite iva, ma anche i lavoratori precari,
stagionali, e pure in nero magari unico reddito per nuclei consistenti. E’
il momento del dolore e del timore, non solo per le strutture sanitarie al
collasso ma per quello che verrà quando si tratterà di ripartire e davanti
avremo solo macerie economiche e sociali.
Serve un piano ragionato per capire quando, cosa e come
riaprire. E dice bene il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il
rischio concreto in questo momento è l’usura: le famiglie hanno bisogno di
mangiare, gli imprenditori avranno bisogno di liquidità, per cui il
rischio che la criminalità organizzata possa inserirsi in questo contesto di
povertà è più che reale. Nella nostra regione la debolezza intrinseca del
sistema economico fa il paio con la presenza importante e soffocante della
‘ndrangheta che di questa crisi può, perciò, trarre immediato giovamento,
offrendo denaro a strozzo e raccogliendo manovalanza esasperata, vista anche la
presenza ininfluente delle banche nel nostro sistema economico regionale.
Servono, quindi, misure tangibili e immediate. Quali? Vista
la disponibilità della UE a non rispettare il patto di stabilità, consentendo
agli stati di pompare risorse per mantenere i livelli di sicurezza sociale, la
Regione Calabria ed il suo assessore alle Attività Produttive e lavoro potrebbe
partire da un censimento delle piccole e micro aziende per dare un fido
opelegis per la liquidità immediata da restituire alla fine dell’intervento in
dieci anni senza segnalazione su CRIF accogliendo l’invito delle associazioni
di categoria sui potenziali default di fine mese, dove le partite in garanzia
dei piccoli commercianti ed artigiani potrebbero facilmente saltare. Attraverso
un rapidissimo restyling, potrebbero essere messi a disposizione i bandi a
sostegno dell’agricoltura/turismo e artigianato. Vanno riaperti i cantieri che
sono fermi per la spendingreview, così come va chiesto allo Stato lo sblocco
delle risorse di sponda.
Il Centro Studi Politico Sociale “Don Francesco caporale” e
l’Associazione Liberamente Calabria propongono, inoltre di: avviare fin dove possibile
un privilegio territoriale per le gare da indire, con una riserva di almeno il
50% dei bandi; riconvertire il Por in utilizzo immediato su progetti per
esempio da definire con le associazioni di categoria; aprire un fondo immediato
all’assistenza sia delle famiglie bisognose e sia con a carico persone
disagiate; aprire una grande zonafranca con una flat tax al 15% e concedere un
anno di fisco bianco.
Solo in questo modo possiamo dare un senso alla parola Stato
e riempirne di contenuti la sua essenza”.
Fonte: nota stampa di Antonio Torchia, Paolo Petrolo,
Alberto Tiriolo del Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale”
e Carlo Piroso dell’associazione
“Liberamente Calabria”.