
“Sì è proprio così, io medico di famiglia per poter curare i
miei assistiti devo violare il decreto n. 63 del 6 marzo 2020 del commissario
al piano di rientro della sanità calabrese Cotticelli. Questo decreto impone la
diminuzione della spesa per i farmaci dei malati calabresi e lo fa con un
calcolo puramente ragionieristico confrontando, con i dati Osmed che sono
appunto dati solo statistici, la spesa farmaceutica calabrese con la media
italiana dal quale confronto risulta che quella calabrese è superiore alla media
italiana. Il decreto impone quindi il riallineamento della spesa farmaceutica
calabrese a quella italiana senza chiedersi come mai la spesa calabrese è
superiore a quella italiana. E il motivo di questo surplus di spesa c'è ed è
dovuto al fatto che in Calabria nei suoi 2 milioni di residenti ci sono oltre
200.000 malati cronici in più che non in altrettanti altri 2 milioni di altri
italiani, per cui non c'è niente di strano nel fatto che dove ci sono più
malati cronici la spesa, non solo farmaceutica, deve essere maggiore di dove ci
sono meno malati cronici.
Eppure il dato della maggiore prevalenza delle patologie
croniche in Calabria rispetto al resto d'Italia è cosa nota a Cotticelli perchè
è stata certificata perfino dai ministeri dell'Economia e della Salute che
hanno vidimato il DCA n. 103 del 30 settembre 2015 dell'allora commissario
Scura che nell'allegato n.1 alla pag.33 recita "si sottolineano in
Calabria valori di patologie croniche al di sopra della media di almeno il
10%", (in effetti è il 14.5%) il tutto corredato con tanto di tabelle esplicative
patologia per patologia. Inoltre la maggiore prevalenza delle patologie
croniche in Calabria è certificata da tutti gli istituti che si interessano di
statistiche sanitarie: Passi d'Argento, Rapporti Sanità CREA depositati ogni
mese di dicembre alle commissioni sanità di Camera e Senato, ISTAT, piattaforma
nazionale SIMG Health Search etc.. etc....
Il decreto n.63 del commissario Cotticelli impone 10
obiettivi di riduzione di spesa uno per ogni gruppo di farmaci e noi ne
analizzeremo uno per tutti per rendere l'idea di quanto è inappropriato il
decreto. L'esempio è quello degli inibitori di pompa protonica (i
gastroprotettori) per i quali il decreto impone che con questi farmaci si
possono curare un massimo di 71 assistiti ogni 1000 perché questa è la media
italiana. Ebbene avviene che in Calabria un medico di famiglia tra i suoi 1000
assistiti ne ha in media almeno 90 che hanno più di 65 anni e che assumono la
cardioaspirina ai quali per deliberazione nota 1 AIFA è obbligato a prescrivere
i gastroprotettori, ma c'è di più, lo stesso medico tra gli stessi 1000
assistiti ne ha almeno altri 90 che è obbligato a curare sempre con i
gastroprotettori per deliberazione nota 48 AIFA. Come è intuibile se il medico
di famiglia applica il decreto n. 63 deve negare la prescrizione dei
gastroprotettori ad un grande numero dei suoi assistiti perché le 71 dosi
imposte dal decreto ne escludono una grande parte. Io violerò il decreto e li
curerò tutti. Stesso ragionamento vale per gli altri nove obiettivi del
decreto, li violerò tutti. Ma perché di un decreto così apertamente
inappropriato?.
Esso è il frutto avvelenato dell'applicazione del
piano di rientro sanitario a cui la Calabria è sottoposta da oltre 10 anni
nonostante che da oltre 20 anni la Calabria prende pro capite, e non solo in
sanità, meno soldi in assoluto delle altre regioni nonostante una maggiore
presenza di patologie croniche e inoltre il piano di rientro impone ulteriori
risparmi sui pochi soldi dati. Oggi l'Italia chiede giustamente all'Europa
aiuto economico per la maggiore presenza di coronavirus, ebbene la Calabria
deve chiedere al governo italiano una cosa sola: che le sanità regionali
vengano finanziate in base alla numerosità delle malattie, più soldi dove ci
sono più malattie e non il contrario come si fa da 20 anni a questa parte.
La Calabria deve chiedere questo all'Italia perché di
"coronavirus" ne ha più di uno: sottofinanziamento, maggiori
patologie croniche e, più pericoloso di tutti, il piano di rientro che ha messo
in ginocchio il suo sistema sanitario, e a causa dei quali "coronavirus"
se arriva in massa il vero coronavirus è gravemente impreparata. E al governo
lo chiedo anche io come medico di famiglia per non essere costretto a violare
le leggi per poter curare decentemente i miei assistiti.
Associazione MEDIASS medici di famiglia a Catanzaro:
Annibale Battaglia, Rosa Bianco, Iolanda Fera, Greco Antonietta, Andrea
Muscolo, Giacinto Nanci, Carmelo Rossi.