
L’ordinanza del
Presidente Santelli è una grossa provocazione che i tanti Sindaci che oggi si
stanno ribellando, anche per avere i famosi 15 minuti di gloria, non hanno
ancora capito bene.
E’ necessario che le
attività economiche in una Regione come la Calabria, dove il pericolo del
contagio è minimo e dove i morti hanno riguardato quasi principalmente la zona
grigia delle cosiddette “Case di riposo”, riprendano al più presto e si colga l’occasione
di una vita nuova e diversa che potranno avere i piccoli centri, amministrati
da questi difensori dello status quo.
E’ necessario che i
Sindaci, passato il pericolo, che nella quasi totalità dei piccoli comuni è
stata solo la fiction imposta dalla televisione, invece di sprecare paroloni
sul senso di responsabilità e senza attendere somme consistenti da gestire che
non arriveranno, incomincino a inventarsi qualche cosa di serio per prossimi
anni.
Il compito sarà difficilissimo,
lo sappiamo anche noi, ma la “sospensione” della vita non può durare per sempre
e alcuni giorni prima o un mese dopo non cambiano quello che ci aspetta: sarà
dura per tutti noi e sarà dura per tutti gli amministratori e Sindaci dei
comuni che difficilmente avranno risorse a sufficienza per soccorrere tutti i
bisognosi veri e inventati.
Sarà difficile anche fra
quattro giorni e quindi questo differire l’ordinanza della Santelli, frutto
della Tana mentale nella quale ci siamo rinchiusi, è solo inutile e frutto anche di una vecchia
politica che il Virus non ha ancora ucciso.
Bene ha fatto la Santelli
ad appellarsi al senso di responsabilità dei Calabresi.
Il disastro che ci
aspetta fuori dalle nostre case è peggiore di quello creato da una guerra e noi
dobbiamo essere artefici del nostro destino (anche perché non ci aiuterà
nessuno) e iniziare subito a rimboccarci le maniche: tanto quello che ci
aspetta per il futuro non cambia differendo di alcuni giorni.