di Chiara Ludovisi
Le risorse arrivano dal Fondo per le politiche della
famiglia, integrato di 135 milioni di euro ed erogato ai Comuni. Si svolgeranno
nelle scuole o negli spazi aperti. Tra gli standard da assicurare, accessibilità ,
sicurezza sanitaria, inclusione delle disabilità . Ma il rischio è che siano per
pochi
ROMA – Le risorse ci sono (nel decreto “Rilancio”), le Linee
guida anche (nel Dpcm 17 maggio). E' quindi praticamente certo che le scuole,
chiuse da tre mesi, riapriranno a metà giugno, per ospitare i centri estivi,
destinati a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. Quanto voluto e annunciato più
volte dalla ministra Bonetti, è infatti scritto nero su bianco innanzitutto nel
decreto Rilancio, appena pubblicato
in Gazzetta Ufficiale, che all'articolo 105 prevede, per l’anno 2020,
un’integrazione del Fondo per le politiche della famiglia per un importo pari a
135 milioni di euro per il potenziamento, anche in collaborazione con
associazioni di volontariato e del Terzo settore, di centri estivi diurni e
servizi socioeducativi territoriali.
I centri estivi, tra “riaperture” e linee guida
L'attivazione di questi servizi è prevista e confermata
anche nel Dpcm 17
maggio 2020 sulle riaperture, che all'articolo 1 (lettera c) dispone
che “a decorrere dal 15 giugno 2020, è consentito l'accesso di bambini e
ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed
educative, anche non formali, al chiuso o all'aria aperta, con l'ausilio di
operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi
protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del
dipartimento per le politiche della famiglia”. Le “Linee guida per
l’organizzazione dei centri estivi per bambini ed adolescenti nella fase 2
dell'emergenza covid-19” sono contenute nell'allegato 8 del Dpcm 17 maggio.
Queste indicano e declinano i diei “aspetti presi in considerazione”, ovvero
gli stadard ai quali questi servizi dovranno attenersi: accessibilità ; rapporto
fra bambini ed adolescenti accolti e spazio disponibile; rapporto numerico fra
personale bambini ed adolescenti e strategie generali per il distanziamento
fisico; igiene e pulizia; criteri di selezione del personale e di formazione
degli operatori; orientamenti generali per la programmazione delle attività e
di stabilità nel tempo della relazione fra gli operatori ed i gruppi di bambini
ed adolescenti;modalità di accesso e di uscita; triage in accoglienza; progetto
organizzativo del servizio; attenzioni speciali per l’accoglienza di bambini ed
adolescenti con disabilità .
Per quanto riguarda le sedi, saranno utilizzate quelle
“ordinariamente ospitanti i servizi educativi per l’infanzia e le scuole”, con
preferenza per “quelle che sono dotate di un generoso spazio verde dedicato”,
ma “non è esclusa la possibilità di utilizzare anche altre sedi similari, a
patto che le stesse offrano le medesime funzionalità necessarie, in termini di
spazi per le attività all’interno e all’esterno, servizi igienici, spazi per
servizi generali e per il supporto alla preparazione e distribuzione di pasti”.
I progetti saranno realizzati dagli enti locali con i fondi
ripartiti e tramite “i soggetti gestori da questi individuati, nonché da
organizzazioni ed enti del Terzo Settore”. Fondamentale, in questo contesto
particolare, il riferimento alla responsabilità : “Si intende che il progetto di
attività sia elaborato dal gestore ricomprendendo la relativa assunzione di
responsabilità , condivisa con le famiglie, nei confronti dei bambini e degli
adolescenti accolti, anche considerando il particolare momento di emergenza
sanitaria in corso”.
Accessibilità e “selezione”: disabilità e fragilità al primo
posto
Per l'accesso ai servizi, esistono condizioni, requisiti e
priorità . In generale, il progetto deve essere accessibile “da parte di tutti i
bambini e degli adolescenti. Mediante iscrizione è il gestore a definire i
tempi ed i modi d’iscrizione dandone comunicazione in modo pubblico e con
congruo anticipo rispetto all’inizio delle attività proposte”.
Non sarà possibile accogliere tutte le richieste, questo è
evidente: “Con criteri di selezione della domanda, nel caso di domande
superiori alla ricettività prevista, ove si determini la situazione in cui non
sia possibile accogliere tutta la domanda espressa, deve essere redatta una
graduatoria di accesso che tenga conto di alcuni criteri, quali ad esempio: la
condizione di disabilità del bambino o adolescente; la documentata condizione
di fragilità del nucleo familiare di provenienza del bambino ed adolescente; il
maggior grado di impegno in attività di lavoro da parte dei genitori del
bambino ed adolescente”.
Rapporto operatori, ragazzi, spazi
Le Linee guida fissano poi i criteri fondamentali per
stabilire il rapporto tra ragazzi ospitati e spazio disponibile e tra ragazzi
accolti e operatori impiegati, ovviamente con una specifica attenzione alla
sicurezza e alla necessità di distanziamento fisico. Per quanto riguarda il
rapporto numerico minimo fra operatori, bambini ed adolescenti, questo sarÃ
graduato in relazione all’età dei bambini ed adolescenti nel modo seguente: dai
3 ai 5 anni, un adulto ogni cinque bambini; dai 6 agli 11 anni, un adulto ogni
sette; dai 12 ai 17 anni, un adulto ogni dieci. Vengono poi illustrati i
“principi generali d’igiene e pulizia e le misure di prevenzione: “Lavarsi
frequentemente le mani in modo non frettoloso; non tossire o starnutire senza
protezione; mantenere il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre
persone; 4) non toccarsi il viso con le mani; pulire frequentemente le
superfici con le quali si vie a contatto; arieggiare frequentemente i locali”.
Inoltre, si precisa, “particolare attenzione deve essere rivolta all’utilizzo
corretto delle mascherine. Le operazioni di pulizia approfondita dei materiali
devono essere svolte di frequente sulle superfici più toccate, con frequenza
almeno giornaliera, con un detergente neutro”. Grande attenzione ai servizi
igienici, che “richiedono di essere oggetto di pulizia dopo ogni volta che sono
stati utilizzati, e di 'disinfezione' almeno giornaliera con soluzioni a base
di ipoclorito di sodio allo 0,1% di cloro attivo o altri prodotti virucidi
autorizzati seguendo le istruzioni per l’uso fornite dal produttore”.
In campo anche gli operatori volontari
Altre indicazioni riguardano la selezione e la formazione
del personale. Interessante il fatto che “costituirà un'opportunità positiva la
possibilità di coinvolgimento di operatori volontari, opportunamente formati.
Tutto il personale, professionale e volontario, deve essere formato sui temi
della prevenzione di COVID-19, nonché per gli aspetti di utilizzo dei
dispositivi di protezione individuale e delle misure di igiene e
sanificazione”. Per quanto riguarda le attività , “sarà necessario lavorare per
piccoli gruppi” e con operatori che garantiscano continuità nel tempo”. Devono
peraltro essere escluse “attività che comprendano assembramenti di più persone,
come le feste periodiche con le famiglie, privilegiando forme audiovisuali di
documentazione ai fini della comunicazione ai genitori dei bambini”. Istruzioni
vengono poi fornite per le “modalità di accompagnamento e ritiro” e per la
“procedura di triage”, che comprende l'igienizzazione delle mani e la verifica
della temperatura corporea. La stessa procedura va posta in essere all’entrata
per gli operatori”.
Bambini e adolescenti con disabilitÃ
Fondamentale, nelle ultime pagine delle Linee guida, il
riferimento alle disabilità : “Nella consapevolezza delle particolari difficoltÃ
che le misure restrittive per contenere i contagi hanno comportato per bambini
ed adolescenti con disabilità , e della necessità di includerli in una graduale
ripresa della socialità , particolare attenzione e cura vanno rivolte alla
definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per
coinvolgerli nelle attività estive”, si legge. Nulla di più però si specifica,
se non che “il rapporto numerico, nel caso di bambini ed adolescenti con
disabilità , deve essere potenziato integrando la dotazione di operatori nel
gruppo dove viene accolto il bambino ed adolescente, portando il rapporto numerico
a un operatore per un bambino o adolescente. Il personale coinvolto deve essere
adeguatamente formato anche a fronte delle diverse modalità di organizzazione
delle attività , tenendo anche conto delle difficoltà di mantenere il
distanziamento, così come della necessità di accompagnare bambini ed
adolescenti con disabilità nel comprendere il senso delle misure di
precauzione”. Una domanda sorge spontanea: tutto questo sarà economicamente
sostenibile, per le famiglie e per gli enti gestori?
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