ROMA - C'è un aiuto sugli affitti, un contributo per i costi
relativi alla sicurezza e un credito d'imposta per l'adeguamento degli ambienti
di lavoro. C'è l'accelerazione del cinque per mille (le quote dell'anno 2019
arriveranno prima del previsto) e l'incremento di 100 milioni del fondo che
sostiene gli interventi delle organizzazioni nel fronteggiare le emergenze
sociali ed assistenziali determinate dall'epidemia Covid-19. Nel decreto
“Rilancio”, licenziato dal Consiglio dei ministri, alcune misure riguardano
esplicitamente il mondo del terzo settore. Eccole.
Credito d’imposta sugli
affitti
Il decreto disegna per tutte le aziende – allargandolo anche
agli “enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti
religiosi civilmente riconosciuti”, limitatamente alla parte di canone
destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale – un
credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo,
affitto d’azienda e cessione del credito. Tale credito d’imposta è concesso
nella misura del 60 per cento dell'ammontare mensile del canone di locazione,
di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo
svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di
interesse turistico o all'esercizio abituale e professionale dell’attività di
lavoro autonomo.
Sicurezza e presidi
sanitari
Le attuali norme in vigore in materia di contributi per
la sicurezza e il potenziamento dei presidi sanitari vengono estese anche
in favore di enti del terzo settore.
Incremento del Fondo
Terzo Settore
Il decreto prevede un incremento di 100 milioni di euro della
prima sezione del Fondo Terzo settore, ex articolo 72 del d.lgs. n.117 del
2017, al fine di sostenere interventi delle organizzazioni di volontariato,
delle associazioni di promozione sociale e delle fondazioni del Terzo settore,
volti a fronteggiare le emergenze sociali ed assistenziali determinate
dall’epidemia di COVID -19. La norma fa riferimento agli “interventi capaci di
generare un significativo impatto sociale sulle comunità di riferimento”.
Sanificazione degli
ambienti di lavoro
Viene esteso anche agli enti di terzo settore (indicati
nell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117) il
credito di imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro previsto
a favore dei “soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione”
all’interno del precedente decreto Cura Italia.
Cinque per mille più
veloce
Per far fronte alle difficoltà rilevate dagli enti del terzo
settore che svolgono attività di rilevante interesse sociale e all’imminente
esigenza di liquidità evidenziata a seguito dell’emergenza sanitaria
Covid-19, la norma prevista dal decreto anticipa al 2020 l’erogazione del
contributo del cinque per mille relativo all’anno finanziario 2019. E’ prevista
una accelerazione delle procedure di erogazione del contributo (stabilendo che
nella ripartizione dello stesso non si tiene conto delle dichiarazioni dei
redditi presentate ai sensi dell'articolo 2, commi 7 e 8, del regolamento di
cui al DPR n. 322 del 1998). Di fatto, l’Agenzia delle entrate provvederà
alla pubblicazione sul proprio sito istituzionale degli elenchi degli enti
ammessi e di quelli esclusi dal beneficio entro il 31 luglio 2020 e le
amministrazioni competenti (Ministero del lavoro e delle politiche, Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Ministero della salute,
Ministero dell’interno, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dei
Beni e delle attività culturali e del turismo, Ministero dell’ambiente e della
tutela del territorio e del mare) procederanno alla erogazione del
contributo entro il successivo 31 ottobre.
Sostegno al Terzo
settore nelle regioni del Mezzogiorno
La norma prevede la concessione di un contributo in favore
degli Enti operanti nel Terzo Settore nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), allo scopo
di fronteggiare gli effetti dell’emergenza Covid-19. Lo stanziamento
complessivo per la misura, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, è
pari ad euro 120 milioni per l’anno 2020, di cui 20 milioni riservati ad
interventi per il contrasto alla povertà educativa. La norma individua
quale soggetto attuatore della misura l’Agenzia per la Coesione territoriale,
che provvederà ad indire uno o più avvisi pubblici finalizzati all’assegnazione
di un contributo a fondo perduto agli Enti del Terzo settore operanti nelle
aree di attività di interesse generale, nel rispetto dei principi di
trasparenza e parità di trattamento. L’Agenzia per la Coesione
territoriale provvederà a definire le finalità degli interventi da finanziare,
le categorie di enti a cui sono rivolti, i requisiti di accesso al contributo,
nonché i costi ammissibili e le percentuali di copertura tramite il
contributo. Il contributo è concesso in forma di sovvenzione diretta per il
finanziamento dei costi ammissibili e a seguito di selezione pubblica nel
rispetto dei principi di trasparenza e parità di trattamento
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