Da un anno dalla Costituente che ha trasformato il Movimento de L’Italia del Meridione in Partito Federale di strada n’è stata fatta tanta, percorrendo quella via del cambiamento politico che iniziato in Calabria si è radicato nel resto del Paese e diversi sono le sezioni aperte all’estero. Un’aggregazione di vari movimenti politici regionali e territoriali che rappresenta la migliore strategia per una politica nazionale basata sull’unione delle autonomie e si configura come alternativa ai partiti centralisti e a quella politica di palazzo che ha negato all’Italia il suo futuro. La pandemia ha mostrato in maniera eclatante i fallimenti del passato e la crisi che stiamo vivendo mostra anche la necessità di tornare ad investire e credere nelle comunità che vivono i territori attraverso forme di cooperazione collettiva che aiutano nella sussistenza ma soprattutto nella sopravvivenza di intere realtà. Filosofia, missione e oggi progetto politico concreto di IDM è sempre stato dare priorità e centralità alle comunità e alle identità, promuovere e valorizzare le risorse endogene, come elemento strategico per la ricchezza economica e sociale dei territori, come espressione culturale che porta con sé valori che hanno scritto la storia del meridione come terra di accoglienza e condivisione. In tutto il territorio italiano, sono dodici le minoranze riconosciute e diverse sono quelle non giuridicamente comprese, oltre tre milioni di persone, che hanno mantenuto nel tempo il loro patrimonio etnografico, culturale e linguistico e la Calabria ne custodisce tre: i Grecanici, gli Occitani o Valdesi e gli Albanesi o Arbëreshë.
Nella prospettiva iniziale e riconoscendone il valore L’Italia del Meridione lancia il progetto politico culturale “L’Italia delle Minoranze”, nominando ufficialmente Cataldo Pugliese delegato nazionale del progetto politico-culturale. La storia degli Arbëreshë rappresenta una delle massime testimonianze d’integrazione sociale e culturale non solo in Italia ma anche in Europa. In Calabria le cinquanta comunità conservano da oltre 500 anni i costumi, la lingua e le tradizioni e tuttora osservano il rito bizantino durante la liturgia. Una memoria storica che rappresenta un valore inestimabile del nostro Paese. Il riconoscimento è tale che nel novembre del 2018 i Presidenti della Repubblica Italiana e Albanese, Sergio Mattarella e Ilir Rexhep Meta, si sono incontrati in Calabria a San Demetrio Corone, nella provincia di Cosenza, per rendere omaggio alla figura di Giorgio Castriota Skanderbeg nel giorno del 550° anniversario della sua morte.
Cataldo Pugliese intraprendente manager e imprenditore, originario di Spezzano Albanese, tra le comunità Arbëreshë più numerose della provincia cosentina, ha dichiarato: “L’energia sarà focalizza nel dar luce all’identità arbëreshë, presente principalmente in Calabria ma anche in Sicilia, Basilicata, Puglia, Molise e Abruzzo e nelle principali città italiane e internazionali con decine di associazioni culturali, attente e attive. Con una visione di comunione e condivisione, l’obiettivo sarà di portare questa comunità al di fuori dei confini regionali, attraverso un percorso di dialogo istituzionale con la nostra cara Albania e di sostegno a tutte le comunità. Occorre proiettare una volta per tutte i valori dell’insieme, dove l’identità rappresenta la centralità e l’unità d’intenti. Un rivolgimento culturale con lo scopo di iniettare innovazione e nuova linfa e che porti la cultura arbëreshë ad essere studiata, divulgata e apprezzata. Ritengo che sia un atto dovuto dare seguito al sogno del compaesano Ministro Gennaro Cassiani e al sogno di tanti altri autorevoli figure del passato. Inoltre, mi piace pensare al superamento degli antagonismi locali e alle logiche passate dei partiti tradizionali, attraverso un capovolgimento del fare e dell’agire, in questo il mio impegno politico con L’Italia del Meridione. Sono onorato, quindi, della fiducia che il Segretario Federale Orlandino Greco e il partito IDM hanno voluto conferirmi e che con responsabilità, fede e umiltà, impegno e passione, porterò avanti in questa nuova e per certi versi obbligata sfida”.
Da parte sua Greco ha evidenziato: “L’importanza di dare valore a quelle culture che hanno segnato la storia di molti territori e che la Calabria ne conserva gelosamente l’identità attraverso non solo l’espressione delle proprie comunità ma con l’immenso patrimonio storico-architettonico e museale, gioielli di tanti borghi. Culla di condivisioni e progetti con il Paese madre ma anche con le altre realtà presenti in Italia e che diventano attrattori turistici, immersi in quei paesaggi mozzafiato che questa terra sa offrire e che hanno rappresentato in passato luoghi sicuri dove potersi rifugiare e trovare accoglienza e che poi hanno saputo trasformare in ospitalità. E mostra come le “Italie” sono tante, dove in un armonioso silenzio si compongono in tacito accordo. È un Paese plurale che non ha eguale e a cui la politica deve rivolgersi come Unione delle Autonomie che diventa organizzazione politica partecipativa”.