
CATANZARO – 7 MAGGIO. Siamo amareggiati e sconfortati. E’ la
presa di posizione del mondo dell’artigianato – rappresentato oggi da
Confartigianato, Cna e Casartigiani – sulle azioni annunciate oggi dalla
Regione Calabria.
Da questo pomeriggio i telefoni delle associazioni squillano
in continuazione con richieste di informazione sugli aiuti annunciati, con
imprenditori preoccupati di non poter accedere alle sovvenzioni e ai quali non
sappiamo dare risposte. Ed infatti, abbiamo appreso solo oggi dagli organi di
stampa della conferenza tenuta questa mattina dalla Presidente Santelli nel
corso della quale sarebbero state illustrate le due misure economiche a sostegno
delle imprese calabresi.
Nessuna condivisione con le nostre Organizzazioni.
Sia ben chiaro - sostengono i vertici dell’artigianato-
nessun obbligo in capo alla politica di convocarci o ascoltarci, ma nessuno
diritto di prendere in giro gli imprenditori, gli artigiani che rappresentano
in Calabria quasi il 20% sul totale imprese.
Avevamo già manifestato riserve sul metodo utilizzato nella
pubblicazione della tanto discussa ordinanza, ma a quanto pare il metodo non
cambia. Le risorse oggi messe a disposizione - si parla di 120 milioni di euro
- siamo consapevoli che rappresentano cifre importanti per il bilancio della nostra
regione.
E siamo altrettanto consapevoli che non sono sufficienti a
soddisfare tutte le imprese colpite dal lockdown. Ma proprio per questo, per
non vanificare gli effetti positivi di una prima azione, attesa da settimane,
avrebbe dovuto essere condivisa.
Ed infatti, il click day previsto in questa fase siamo certi
genererà solo confusione, come sempre avvenuto in questi casi.
Tra l’altro, da indiscrezioni circolate pare che molte
imprese del nostro mondo saranno escluse dal bonus Riapri Calabria perché
rientranti tra i codici ateco autorizzati ad aprire: pensiamo a tutto il mondo
dell’autoriparazione, a quello dei servizi, a quello degli impiantisti. Settori
che pur potendo aprire, non hanno ovviamente fatturato nulla. Dunque, se così
fosse, al rischio del contagio, oggi anche la beffa di restare esclusi dai
contributi. E sempre da indiscrezioni, ci sarebbe una soglia massima di fatturato
annuo (150 mila euro) previsto per poter accedere al bonus con esclusione di tante
imprese. Forse sarebbe stato preferibile inserire una autocertificazione sulle
perdite subite, se proprio selezione andava fatta.
Comprendiamo che i 40 milioni non sono sufficienti per l’intera
platea e che dunque la regione ha dovuto fare delle scelte, anche se in
autonomia e senza alcuna condivisione. Ma proprio per evitare questo, avevamo chiesto
come mondo dell’artigianato che le maggiori risorse fossero destinate alle sovvenzioni
a fondo perduto. Perché oggi le imprese non hanno il problema di mantenere il
personale, al quale fortunatamente è stato garantito il sostegno economico
statale con le diverse forme della cassa integrazione su cui si parla di
estensione per altri 9 settimane.
Oggi le imprese hanno il problema di aprire, come aprire e
di restare aperte. Ma se la politica continua a non ascoltare il mondo
associativo nella sua interezza, ma resta dietro le proprio scrivanie e fare
incontri con gruppi singoli, i risultati rischiano di lasciare morti sul campo.
Ed oggi non possiamo permetterlo. E’ un modo di lavorare che non ci appartiene
e che francamente appare una presa in giro. Task force istituita, ma mai
convocata. Richieste di incontri con invio di proposte prive di riscontri.
Speriamo, per le imprese calabresi, di sbagliarci.