CATANZARO – 26 GIUGNO
2020. “Tanto tuonò che piovve. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di
impugnare la legge della Regione Calabria n. 1 del 30/04/2020, recante come
oggetto ‘Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 19/2002,
14/2014, 9/2018, 32/1996, 9/1992, 28/2010, 5/2018 e 6/2019’. E’ la legge il cui
articolo 9 dispone l’integrazione dell'Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio”
con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini”, prevedendo la
costituzione di una nuova azienda ospedaliera denominata “Azienda Ospedaliero
Universitaria “Mater Domini - Pugliese Ciaccio”. E’ quanto afferma il
consigliere regionale del Partito democratico, Libero Notarangelo, che
interviene in merito alla notizia diffusa ieri proprio dal sindaco Abramo nel
corso del consiglio comunale, in seguito alla riunione del Consiglio dei
Ministri.
“Un provvedimento
licenziato in tempi record, con burocrazia a scartamento ridotto, presentato in
grande stile dal presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini,
determinato fautore della svolta decennale, in buona compagnia del sindaco di
Catanzaro, Sergio Abramo – afferma Notarangelo -. A metà strada tra lo spot
elettorale e il marketing territoriale, Tallini e Abramo illustrarono le
magnificenze di una legge che era stata già dichiarata incostituzionale l’anno
prima, 2019, su ricorso del commissario ad acta Saverio Cotticelli. Le
rassicurazioni sul fatto che, questa volta, l’innovativa legge pro-integrazione
portava il sudore e il sigillo anche del generale della sanità calabrese, e
quindi esisteva un impegno verbale a non ricorrere, lasciavano ben sperare. Ma
non è bastato, anche questa volta i conti si erano fatti senza l’oste: il
principio di autonomia universitaria di cui all’articolo 33 della Costituzione
che risulterebbe violato. Esattamente come risulta violato l’articolo 4 del
decreto-legge 30 dicembre 2012, n. 502, che prevede per la costituzione di una
nuova Azienda ospedaliero-universitaria un procedimento che termina
nell’adozione di un provvedimento di competenza esclusiva dello Stato. Sempre
l’articolo 9 al comma 4, viola l’articolo 120, secondo comma, della
Costituzione, in quanto interferisce con le funzioni e con i compiti del
Commissario ad acta nominato per l’attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo della spesa sanitaria della Regione Calabria. Quanto accaduto in sede
di Consiglio dei ministri deve farci riflettere seriamente sul fatto che
ragionare di integrazione tra aziende ospedaliere non basta per garantire
delicati equilibri sul filo dell’autonomia degli uni, pagata a spese del
ridimensionamento delle competenze degli altri. Equilibri che minano il
percorso da sempre accidentato di una integrazione vissuta come un’annessione,
e quindi ridotta ad una guerra di posizione, a discapito dell’interesse
superiore della qualità dei servizi sanitari e quindi della tutela del diritto
alla salute dei calabresi”.
“Il Governo – al fine di
agevolare il più celere raggiungimento degli obiettivi del programma operativo
per il rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria – si è impegnato
ad attivare un tavolo di confronto presso il Ministero dell’università e della
ricerca, con la partecipazione della Regione Calabria e di tutti gli altri
soggetti istituzionali coinvolti, per la definizione del protocollo d’intesa
finalizzato a disciplinare l’integrazione tra l’Azienda Ospedaliera
“Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” –
conclude Notarangelo -. Forse è arrivato il momento inquadrare il ragionamento
sull’integrazione in un più complessivo riassetto della rete ospedaliera e in generale
del sistema sanitario, puntando sulla riqualificazione della offerta del
servizio a livello regionale, e non solo provinciale. Trasformare le criticitÃ
rilevate dal Governo in una opportunità di confronto costruttivo per abbattere
i muri che esistono tra le due Aziende, piuttosto che innalzarne degli altri,
più spessi. Il compito delle Istituzioni, da sempre, dovrebbe essere anche
questo”.