La crisi economica
provocata dalla pandemia ha colpito duramente anche i lavoratori della Rende
Servizi.
Infatti dei 171
dipendenti, oggi a carico della società in house del Comune di Rende, ben 100
persone sono o sono state in cassa integrazione, madri e padri di famiglia
stremati dalla crisi, in molti hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, per
fortuna nelle prossime settimane dovrebbero rientrare tutti in servizio.
La Rende Servizi, spesso
bistrattata e strumentalizzata da una certa politica, rappresenta un immenso
patrimonio umano e professionale per la nostra Città , da valorizzare e da
rilanciare attraverso nuove politiche di management integrato per la qualità ,
l’ambiente, la salute e la sicurezza della nostra Città .
E’ arrivato il momento di
rilanciare la Società , tramite una pianificazione che persegui i concetti di
efficacia e di efficienza, di procedere a nuovi piani di formazione e di
valorizzazione del personale, anche in vista dei prossimi mesi, che sicuramente
saranno caratterizzati dal rispetto delle misure di distanziamento sociale
disposte per fronteggiare la diffusione del Covid-19.
Il rilancio della Rende
Servizi è un’opportunità che la Città di Rende e l’intera comunità non possono
lasciarsi sfuggire. La Società avrebbe tutte le carte in regola per diventare
una vera e propria multi-utility, come accade al Nord Italia, in grado di
produrre maggiori utili e abbracciare nuovi settori dei servizi pubblici.
Forse sarà azzardato, ma
la Politica, alle nostre latitudini, deve ritornare a volare alto, per
risollevare le sorti nostra terra.
Con un robusto piano di
potenziamento, valorizzazione e formazione dei suoi dipendenti, la Rende
Servizi potrebbe rappresentare per l’Area Urbana cosentina, con le dovute
contestualizzazioni economiche e territoriali, ciò che l’azienda A2A
rappresenta per i Comuni di Brescia e di Milano.
Nel lungo periodo, gli
sprechi per il Comune di Rende si ridurrebbero notevolmente, evitando di
continuare ad esternare alcuni servizi, riducendo drasticamente il numero di
convenzioni con alcune società e/o associazioni che offrono mansioni identiche
a quelle dei dipendenti della municipalizzata, quindi risparmio di soldi
pubblici che potrebbero essere dirottati per altre delicate questioni.
In aggiunta i suoi
dipendenti, oggi in gran parte con contratti part-time, potrebbero avere
l’opportunità di lavorare full-time, in tal modo, avremmo un miglioramento
della loro condizione economica, che di riflesso aumenterà il loro potere
d’acquisto con conseguenti ricadute positive per l’economia del territorio.
Lorenzo Principe,
Coordinatore Federazione Riformista