"Se si confronta il mese
di maggio 2019 con quello dell’anno corrente – dichiara in una nota stampa Pietro
Sirianni direttore della Coldiretti Calabria – in base ai sopralluoghi che
quotidianamente svolgiamo con i nostri tecnici, possiamo facilmente affermare
che i danni provocati alle produzioni ed alle strutture agricole da cinghiali
selvatici nel 2020 sono raddoppiati
A questo si aggiunge che su tutto il territorio provinciale la
situazione è ormai fuori controllo e pericolosa perché i cinghiali non stanno
più nelle campagne ma sono sempre più frequenti gli avvistamenti nei centri
abitati e nelle periferie.
Nelle ultime settimane, sono
sempre più vaste le aree presidiate e conquistate dai cinghiali con danni alle
colture, alle strade poderali, ai ciglioni, alle canaline di scolo e in alcuni
casi oltre il 50% delle aree terrazzate sono state danneggiate con la
distruzione dei muri a secco, in aree collinari e montane a forte rischio
idrogeologico scoraggiando chi fa agricoltura eroica perché il ripristino
muretti è opera difficile, costosa e non facile per cui i probabili effetti
saranno smottamenti e frane.
Ciò che più ci allarma
sono però i rischi all’incolumità delle persone, che si trovino a lavorare in
campagna o nelle aree urbane oppure a percorrere le strade occupate da qualche
esemplare che causa incidenti automobilistici. Infatti – spiega -se fino ad
oggi il rischio era limitato agli agricoltori, ai cercatori di funghi e ai
fruitori delle aree boschive e rurali per svago o lavoro, adesso dobbiamo
segnalare che diversi nostri associati hanno avvistato in prossimità delle aree
urbane e nelle periferie nelle prime ore dell’alba o dopo il tramonto numerosi
esemplari.
L’insofferenza non è più
solo da parte degli agricoltori, ma la presenza dei cinghiali in aree
urbanizzate fa paura a tanti. Da parte nostra stiamo portando avanti un
monitoraggio continuo per confermare ulteriormente con dati puntuali la
drammaticità del fenomeno e perciò invitiamo cittadini e agricoltori a
segnalare i danni ai nostri uffici anche se non si chiede il risarcimento.
Comprendiamo la
demotivazione degli agricoltori che non fanno più richieste, perché indotti dal
fatto che non si è quasi mai visto il ristoro e lo stesso è stato sempre
sottostimato per incapacità o forse strumentalmente per disincentivare le
imprese agricole a fare ulteriori richieste.
Non possiamo accettare
più che gli enti territoriali preposti, come gli Ambiti Territoriali Caccia,
rinviino il pagamento dei danni rispetto alle istanze presentate dagli
agricoltori, così come non intendiamo soprassedere alle stime dei danni subiti
che offendono chi lavora in campagna, perché ne sottostimano l’entità .
Continuare a dire che
servono interventi urgenti per risolvere la problematica, perché il protrarsi
della situazione mette in ginocchio le aziende agricole scoraggia gli
imprenditori che vedono vanificare gli sforzi, fino alla decisione drastica di
chiudere l’attività , con un danno economico, sociale ed ambientale, è forse
inutile e pure offensivo nei confronti di chi, per sua competenza, è tenuto ad
intervenire."
Questo, nella provincia
di Reggio Calabria è un altro alibi che salva tutti. Non abbiamo un piano di
abbattimento e quindi, siamo tutti giustificati a stringere le spalle, per dire
non possiamo fare nulla!
A tutela della pubblica e
privata incolumità Coldiretti invita i sindaci a procedere con un’ordinanza
sindacale urgente per la cattura e o abbattimento di cinghiali selvatici allo
stato brado, ordinanza, peraltro, già adottata in altri comuni d’Italia.