CATANZARO – 6 GIUGNO 2020. “In un momento di crisi
economica e sanitaria così grave e di mancanza di liquidità che si protrae da
oltre tre mesi, la politica, ignorando la reale situazione del Paese continua
ad esclude i liberi professionisti dagli aiuti economici, considerandoli dei
privilegiati. Lo sciopero virtuale del 4 giugno scorso, a cui hanno aderito 23
sigle ordinistiche (compreso Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori), rappresenta lo stato di disagio della categoria e la confusione
di una classe dirigente autoreferenziale, priva di una reale visione di
sviluppo del Paese che sta facendo crollare la speranza della ripresa”. E’
quanto afferma il presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia
di Catanzaro, Giuseppe Macrì.
“I liberi professionisti, negli ultimi anni, hanno lavorato
poco o nulla per le cause oramai note: crisi economica persistente (ancora in
atto), decrescita, tassazione elevatissima, super burocrazia, abolizione dei
minimi tariffari (Decreto Bersani), ritardi della Pubblica amministrazione nei
pagamenti dei crediti professionali e delle attività d’impresa, scarsi
investimenti economici dello stato nei settori strategici delle costruzioni,
scarsi investimenti nella sicurezza delle infrastrutture, delle scuole, degli
edifici pubblici – afferma ancora il presidente dell’Ordine degli Architetti
della provincia di Catanzaro - con il risultato, che molti studi hanno
abbassato le saracinesche, uscendo dal mercato del lavoro e quindi con un danno
economico per lo Stato e per le famiglie. Secondo riscontri statistici ormai
consolidati, i professionisti, sono stati il comparto più colpito fin dalla
recessione del 2008, con una perdita economica di oltre 13 mila euro annui per
occupato, alla quale si aggiungerà quella in corso, ancora da quantificare.
Dagli ultimi rapporti economici del settore il comparto delle professioni
produce il 12,8 % di PIL, con circa 2,3 milioni di iscritti. Una forza lavoro
ragguardevole che pone il nostro Paese in cima all’Europa sia in termini
dimensionali (18 professionisti ogni 1000 abitanti) sia in termini di PIL (1,7
miliardi di euro). Il comparto delle professioni, è stato umiliato dagli ultimi
provvedimenti, dalle false promesse e dagli aiuti mai concessi, considerando
l’erogazione di quei miseri 600,00 (non per tutti) come un aiuto per far fronte
alla mancanza di liquidità, per il sostegno delle famiglie e per il rilancio
dell’economia. Un po' poco per settori produttivi così importanti e per
l’impatto economico e sociale che stanno subendo.
Per
ridurre le sofferenze di un settore strategico per il Paese, trainante per
l’economia e per riconquistare la fiducia nello Stato, i professionisti
chiedono al più presto di far ripartire il comparto dei servizi di architettura
e ingegneria, rilanciando il lavoro e gli investimenti pubblici. Chiedono –
conclude Macrì - il pagamento in tempi certi dei loro corrispettivi sia nel
pubblico che nel privato, una riduzione massiccia della burocrazia che non si
traduca in maggiori oneri per i professionisti. Chiedono inoltre, maggiori investimenti
nella sicurezza del Paese (infrastrutture, scuole, territorio, ambiente, ecc…)
e maggiori investimenti nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico
del Paese per il rilancio del turismo in tutti i suoi “asset” strategici”.