Comitato ProOspedale del Reventino - La situazione della sanità sul territorio regionale, vuoi per una inconsistenza programmatica esercitata dall'azione commissariale che del dipartimento della tutela della salute regionale, a cui si aggiunge l'emergenza Covid19 ha raggiunto punti critici inimmaginabili. I paletti provocati da mala-gestione, patto di stabilità, contenimento del debito, e non ultimi i vari commissariamenti di molte Asp, hanno spezzato ogni possibile produzione e ipotesi di ripresa, lasciando solo una inutile approssimazione. Questo sta generando disservizi dove i cittadini faticano ad esigere le cose più minimaliste. Diventa complicato addirittura fare una analisi del sangue, una semplice RX, parlare con i CUP che non rispondono nemmeno al telefono e qualsiasi servizio che in tempi normali veniva erogato in tempi più o meno concepibili o sopportabili. A questo segue la legittimazione della sanità privata a cui si ci affida sempre di più attraverso sostegni corposi attraverso il sistema delle convenzioni, che in termini percentuali nella nostra Regione sono più alti di altre. Questa frattura non è più sopportabile, e una frangia di esponenti politici sembra la stia percependo come una minaccia sociale e non come una risorsa attesa da tempo. A questi, abbiamo inviato ieri una documentazione dettagliata su quelle che sono le problematiche delle "zone montane" o meglio periferiche. Il tutto andrà a rafforzare una serie di valutazioni che si aggregheranno insieme per costituire elementi su cui riflettere ma soprattutto far riflettere e originare un'inversione di tendenza. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta e siamo certi che il restante verrà completamente assolto da chi sta promuovendo il tutto al fine di generare forza a proposte sostenibili. Saremo più chiari nel prossimo post, che spiegherà in modo più dettagliato quanto sopra esposto.

Il presidente
Alessandro Sirianni