"Una vicenda
che non può e non deve essere analizzata limitandosi a ricercare i
colpevoli ma cercando di estendere le responsabilità a quella classe dirigente
regionale e politica che negli anni ha omesso di fare i controlli, ha omesso di
esercitare i necessari poteri ispettivi quando si tratta di strutture private
che operano sotto accreditamento e quindi con soldi pubblici."
"Il commissariamento
decennale della sanità calabrese ha creato questi fenomeni ed invece di
occuparsi di riordinare il sistema sanitario ha pensato solo a navigare a vista
senza mai occuparsi seriamente dei problemi. A questo punto è facile per tutti
manifestare solidarietà ma i lavoratori e i pazienti hanno bisogno di risposte
e non solo di belle parole specie se queste arrivano da quella classe politica
che ha creato questo scempio. Non ho mai pensato che la revoca
dell’accreditamento sia il sistema migliore per risolvere la vicenda sia perché
sguarnisce il sistema di prestazioni mediche che evidentemente erano state
delegate ai privati perché gli ospedali pubblici non ne erano all’altezza o
dotate di unità di terapia intensiva coronarica con posti sufficienti per il
fabbisogno per cui resto dell’idea che la struttura debba essere affidata ad un
amministratore giudiziario che rimetta in sesto l’accreditamento e gestisca la
clinica fino alla fine del percorso giudiziario e non limitato alle prestazioni
già erogate nel 2020. Questo sistema, già adottato in altre realtà italiane,
deve essere accompagnato anche dalla stipula di nuove convenzioni con tutte le
strutture sanitarie che gestiscono servizi pubblici perché bisogna sempre
garantire la prosecuzione dei servizi in situazioni simili e non
necessariamente arrivare subito alla revoca o sospensione degli accreditamenti
o autorizzazioni. È un problema di metodo che è sbagliato e va subito corretto.
Fatta eccezione dello specifico problema emerso dalle indagini la clinica resta
un’eccellenza calabrese che deve essere tutelata come tale perché proprio la
regione Calabria l’ha resa tale e ora deve essere altrettanto diligente e
responsabile a ridare dignità a chi ha sempre lavorato onestamente e non merita
questo trattamento."
"Non è
revocando le autorizzazioni che si risolvono i problemi e per quel che posso
sarò al fianco di chi in questo momento sta subendo un’ingiustizia e che vuole
poter lavorare onestamente anche ricercando eventualmente nuovi imprenditori
pronti a intervenire nel caso si rendesse necessario,"