L’Avvocatura,
unitamente a tutti gli operatori del Diritto, deve contribuire all’efficienza
ed efficacia della funzione giurisdizionale, elevando il livello delle proprie
competenze e della preparazione tecnica, ed esaltando anche la propria funzione
sociale perseguendo obiettivi di giustizia e di equità sociale.
Si è tenuta oggi la cerimonia per l'inaugurazione
dell'anno giudiziario presso la Corte dei Conti a Catanzaro, nel corso della quale è intervenuto l’avv. Antonello
Talerico in qualità di Presidente
dell'ordine Distrettuale di Catanzaro ed in rappresentanza degli Ordini di
Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia, Castrovillari, Paola., che ha svolto la seguente reloazione:
"Saluto, altresì, i Sigg.ri Magistrati togati, le Autorità civili, militari, politiche e religiose, gli Avvocati , il corpo amministrativo e di cancelleria che svolgono un ruolo fondamentale, nonché i rappresentanti degli organi di stampa, che contribuiscono alla denuncia degli illeciti che si consumano nel nostro Territorio.
Saluto,
infine, il Presidente F.F. della Regione Calabria.
L’apertura dell’anno
giudiziario rappresenta un importante momento di riflessione, in particolare
proprio per quelle Istituzioni sottoposte al controllo ed alla funzione
giurisdizionale della Corte dei Conti.
Ciò in quanto
l’agire della P.A. è spesso poco sano o gravemente compromesso, non solo per la
commissione di reati, ma anche per una diffusa incapacità amministrativa,
gestionale e contabile accertata purtroppo anche in occasione del giudizio di
parificazione dei rendiconti generali delle Regioni.
In Calabria l’emergenza
pandemica ha evidenziato le gravi lacune nella gestione della sanità così come
anche per altri settori strategici per l’economia del Territorio, facendo
emergere nuovi bisogni, individuali e collettivi, sempre meno coordinati tra
loro e sempre più lasciati a combinazioni casuali o peggio ancora delegate a
figure rilevatesi di dubbia competenza e/o di scarsa esperienza, i cui costi di
tale mala gestio ricadono sull’intera collettività e di rado sui veri
responsabili.
Sintomatico
di tale disastroso quadro sono anche i plurimi pagamenti per lo stesso debito
eseguiti dalle Asp e le infiltrazioni criminose delle medesime Aziende
sanitarie che hanno richiesto il loro commissariamento.
Da qui la
necessità di un Sistema giudiziario forte e virtuoso, in grado di rimuovere in
tempi ristretti le condotte deviate, restituendo alla collettività quel senso
di giustizia ed equità oramai smarrito.
Ecco allora
che l’Avvocatura, unitamente a tutti gli operatori del Diritto, deve
contribuire all’efficienza ed efficacia della funzione giurisdizionale,
elevando il livello delle proprie competenze e della preparazione tecnica, ed
esaltando anche la propria funzione sociale perseguendo obiettivi di giustizia
e di equità sociale.
Proprio in
attuazione di questi principi il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli
Avvocati di Catanzaro ha avversato alcuni provvedimenti della P.A. (di
interesse anche per la categoria forense) e, tra questi la nomina del
coordinatore dell’Avvocatura regionale, ottenendo l’importante risultato
dell’accoglimento totale delle proprie teorie difensive e l’annullamento
consequenziale del detto provvedimento di nomina, con un risparmio per i
cittadini calabresi di ben 700.000,00 euro.
Del resto, le
iniziative intraprese dalle Istituzioni forensi perseguono un’idea ambiziosa,
quella di indossare una Toga per difendere cause giuste, poiché il diritto di
difesa citato nella Nostra carta costituzionale è esercitato proprio attraverso
l’agire dell’Avvocatura sana, rispettosa della legge e del proprio codice
deontologico.
Di poi, non
possiamo nascondere come i fatti di cronaca giudiziaria degli ultimi anni
abbiano messo in luce la fallibilità di un sistema e della stessa funzione
giurisdizionale, in presenza di condotte deviate e contaminate, con il rischio
di ingenerare nell’opinione pubblica la convinzione che esista un “sistema”
alternativo all’applicazione corretta della Legge…per avere, paradossalmente,
Giustizia !
Assistiamo,
più in generale, al proliferare di condizioni che rendono poco agevole
l’emersione degli illeciti e che favoriscono piuttosto l’infiltrazione di
fenomeni patologici proprio negli apparati burocratici e pubblici, gli stessi
che avrebbero dovuto garantire la presenza dello Stato sul Territorio.
A questo si
accompagnano anche manifestazioni politiche e di comunicazione che enfatizzano
il populismo giudiziario o peggio ancora alimentano il desiderio di
giustizialismo delle masse, con il rischio concreto di influenzare anche
componenti e attori fondamentali del processo.
E’ inevitabile,
allora, la responsabilità delle componenti politiche e governative centrali e
localiche delegano di fatto (per la loro assenza) al potere giudiziario locale
la risoluzione di ogni male, così gravando la funzione giurisdizionale anche
dell’onere di risolvere i plurimi conflitti sociali ed economici in un
Territorio dove forte è il senso di sfiducia verso tutte le Istituzioni.
Del resto,
oggi il sistema processuale presenta troppe falle.
Non possiamo
avere certezza sull’esito del giudizio perché nel nostro ordinamento sono
vigenti centinaia di migliaia di leggi, spesso scritte male o applicate in
maniera difforme in ragione di suggestive quanto contraddittorie
interpretazioni e, con una funzione nomofilattica sempre più in crisi.
Non possiamo prevedere neanche quanto tempo occorrerà per avere una sentenza,
perché la durata del processo è pesantemente condizionata da cause, quale la
carenza di organico e di risorse finanziarie, ovvero di disfunzioni del
sistema.
Deve essere sottolineato come le funzioni e le decisioni della Giustizia
contabile siano, allora, di fondamentale importanza perchè capaci di
intervenire per sanare i mali endemici e le gestioni discutibili degli apparati
della Pubblica Amministrazione, specie in Calabria.
Il Sistema Giustizia
ha bisogno di Magistrati e Avvocati liberi ed incondizionati, forti, capaci di
porre prima del “dovere giuridico”, un “dovere etico” nell’applicazione e
nell’interpretazione delle norme.
Ciò ancor più
in una Regione dove l’omertà e le collusioni sono gli elementi di forza del
malfunzionamento della P.A., anche nell’uso dei fondi pubblici.
Ma le
disfunzioni della burocrazia, sono legate anche alla degenerazione determinata
dalla proliferazione di leggi, dalla concentrazione di plurime competenze in
capo a pochi soggetti, dalla prodiga costituzione di nuovi enti (inattivi) nati
per soddisfare solo esigenze dei poteri forti o di partito, cosi ridisegnandosi
rapporti sempre più disordinati tra la P.A. e privati, esaltandosi sempre più
il fenomeno clientelare !
Anche il
conferimento di incarichi esterni alla P.A. oramai sfugge ai più elementari
principi di trasparenza e meritevolezza e spesso celano forme irregolari
dell’agire pubblico, poichè si attribuiscono -senza alcuna selezione- vantaggi
e benefici economici all’incaricato, spesso legato da rapporti privati con il
committente pubblico, giustificato dall’inflazionata figura del rapporto c.d.
fiduciario, utile per ogni stagione politica.
Dalla
Relazione del Procuratore generale emerge un quadro allarmante in ordine ai
plurimi procedimenti pendenti, ove frequentemente i soggetti danneggiati risultano essere
proprio l’Ente regionale e le Asp !
E, quindi i
percorsi iniqui, le scorciatoie indebite, la tendenza a tollerare anche i
piccoli abusi nella quotidianità, costituiscono l’humus in cui proliferano
posizioni di “potere” che trasformano prassi patologiche in pratiche di
ordinaria amministrazione.
Ecco allora
che la Magistratura contabile diventa in un Territorio difficile come quello
calabrese uno dei pochi presidi di Legalità.
Ma la
magistratura contabile più di ogni altra autorità giudiziaria conosce il
territorio in cui opera, poiché è costretta a studiare (attraverso il controllo
e l’intervento giurisdizionale) le cause di inefficienza e di mala gestio della
P.A., nonché i fenomeni socio-economici con cui i primi si intrecciano.
Ritengo
doveroso sottolineare l’attività di controllo della magistratura svolta in
relazione al giudizio di parificazione sul rendiconto della Regione, che
consente l’acquisizione di informazioni essenziali sull’attendibilità e sulla
veridicità dei dati del bilancio regionale e, di conseguenza, il controllo
incrociato anche sui bilanci di alcuni importanti Comuni.
Sul punto è
da citare la complessa ed encomiabile attività istruttoria della Sezione del
Controllo per la Regione Calabria che ha approfondito le criticità attraverso
non solo i profili strettamente contabili del conto del bilancio ma anche
quelli gestionali.
Ed invero,
proprio attraverso il giudizio di parificazione la magistratura contabile
locale ha individuato alcune patologiche cause di inefficienza dell’agire della
Regione, giusta anche la grave immobilizzazione di importanti risorse
economiche (essendo emerso, infatti, un dato allarmante secondo cui ingenti
risorse finanziarie sarebbero divenute da anni indisponibili in conseguenza dei
plurimi atti di pignoramento da parte di terzi).
A ciò si
aggiunga che molte risorse economiche regionali rimangono vincolate per anni
nonostante il pagamento del debito, ciò in quanto vengono ritardate o omesse le
procedure di svincolo degli ingenti importi pignorati o peggio ancora omesse le
verifiche ed i controlli sui dati del contenzioso di competenza delle
componenti politiche e amministrative (dovendosi, invece, sottolineare
l’immenso lavoro svolto dall’Avvocatura regionale costretta ad operare in
carenza di organico rispetto ad un contenzioso che si inflazione anno dopo
anno).
Grazie sempre
all’attività della Corte dei Conti è stato conclamato l’ulteriore dato critico
regionale, derivato dall’elevato volume delle risorse impiegate per la spesa
sanitaria, pari a circa l’80 per cento della spesa regionale.
Tale
preoccupante quadro impone in tempi brevi una gestione competente e adeguata
del sistema sanitario regionale, difficile da attuare con un commissariamento
perpetuo e con un aumento cronico delle criticità, con inevitabili ricadute
negative anche sugli standard dei servizi resi alla collettività e, quindi
sulla valutazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i c.d. LEA).
Tale quadro
generale è stato, invero, aggravato dai vari commissari che hanno di fatto
ingessato la sanità regionale, per l’inadeguatezza delle scelte adottate
nonostante le ingenti risorse finanziarie disponibili nell’ambito della emergenza
covid.
Cosi la
Calabria ha perso ancora tempo ed opportunità. Ha perso l’occasione di
migliorarsi.
Proprio per
questo la Calabria ha bisogno di essere liberata, più di ogni altra Regione,
dalla diffusa mala gestio della macchina pubblica ed in tutto questo la
Magistratura contabile ha una fondamentale funzione di decontaminazione.
La Calabria
ha bisogno di virtuosismi, ha bisogno di volare in alto, ha bisogno di
cambiamento culturale e di mentalità, ha bisogno di interventi strutturali e di
risorse umane ed economiche gestite, però, da persone competenti.
Abbiamo tutti
il dovere di costruire insieme la fiducia nel futuro del Paese.
Ecco perché
Avvocatura e Magistratura devono rendere Giustizia insieme con pari autorevolezza
e dignità.
Grazie e buon
inizio per questo altro importante anno giudiziario."
Il Presidente
dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro
Avv.
Antonello Talerico