La vicenda sulle scuole si sta, purtroppo, trasformando in una battaglia, anche a volta dai toni accesi, tra sostenitori della DAD e sostenitori della scuola in presenza.
In
realtà la cosa va be oltre. Qui si tratta di conoscere nel dettaglio l’entità
del contagio a cui far seguire misure idonee per il contrasto alla pandemia
senza far scatenare il panico o incertezza tra la popolazione ed i disagi per
studenti ed insegnanti. Avere la contezza dei numeri significa anche far sì che
quel senso di paura, che tutti abbiamo ed è lecito avere, non generi reazioni
istintive ed irrazionali bensì una consapevolezza ed una sana prudenza che deve
sempre pervadere il nostro agire quotidiano in periodo di pandemia.
Assistiamo
oggi all’ennesima bocciatura del TAR all’ordinanza di chiusura delle scuole del
comune di Catanzaro con motivazioni che afferiscono direttamente l’ASP di
Catanzaro ritenendo la misura di chiusura priva di adeguata istruttoria e
“manifestamente inconferente” per ciò che riguarda il riferimento
all’approssimarsi delle vacanze pasquali nel cui periodo sarà attuato il
lockdown nazionale.
In
altre parole, il TAR sembra dire che mancano i numeri su cui basare un tale
provvedimento e che l’avvicinarsi delle vacanze pasquali non sia un motivo
valido. Ieri i contagi su tutta la provincia di Catanzaro erano 81; un numero
certamente non tale da creare un tale allarme. Perché quindi è stato emanato il
provvedimento di chiusura delle scuole?
Insomma,
davanti a questa situazione di aleatorietà, quello che si chiede è certezza,
trasparenza, informazione. Se i contagi sono elevati e tali da chiudere le
scuole, allora ne deriva che si dovrebbero istituire zone rosse; se invece,
come i numeri visti ieri, i contagi sono pochi, allora non ha senso chiudere le
scuole.
La
sicurezza viene prima di tutto, ma questa non può essere tutelata se ci si deve
affidare alle “sensazioni” di contagio, c’è bisogno di protocolli funzionanti,
tamponi, tracciamento, numeri.