È veramente incredibile quanto sta accadendo in Calabria in merito al diritto di tutti alla salute
Un
diritto da sempre negato che adesso sta oltrepassando ogni misura accettabile.
Non è
possibile che i cittadini calabresi, più che nel resto d’Italia, debbano
questuare il diritto di poter usufruire del vaccino contro il virus.
Ancora
una volta dobbiamo purtroppo registrare che i nemici della salute dei cittadini
calabresi non sono soltanto le malattie ma anche, e soprattutto, i disservizi e
la disorganizzazione.
Il
caos regna sovrano. Dalle cronache televisive alle testate giornalistiche
emerge, con disarmante chiarezza, l’inefficienza e la totale disorganizzazione
dell’ufficio del Commissario Straordinario alla Sanità della nostra Regione
Longo: una plastica dimostrazione della distanza della Calabria dalla politica
sanitaria e dai criteri statali.
Un
disastro che incrementa le disuguaglianze tra i poveri di salute: vaccini
erogati sulla base di tabelle di patologie di soggetti vulnerabili diverse da
quelle emanate dal Ministero della Salute e valide in tutto il Paese; vaccini
trattenuti nei frigoriferi a fronte della stragrande maggioranza della
popolazione over ottanta, che ancora attende senza sapere quando e dove potrà
fare il vaccino. E questo solo per citare alcune gravissime inefficienze, nella
totale indifferenza della rappresentanza politica regionale che occupa
importanti ruoli istituzionali.
Nei
giorni scorsi, insieme ad un folto gruppo di cittadini abbiamo aderito come Psi
al comitato promosso dall’ingegnere Grandinetti “Il vaccino è di tutti?”.
E,
grazie al lodevole contributo dello studio legale Ciambrone-Mascaro &
Partners, è stato depositato un esposto/querela, non solo per denunciare le
gravissime anomalie e per mera sete di giustizialismo, ma per una ragione
profonda di giustizia sociale a difesa dei soggetti più deboli, come sempre
senza voce e privi di qualsiasi diritto.
Ora
denunce e proteste si levano da ogni dove. Ben vengano se hanno come finalità
quella di riportare nell’alveo della legalità, e del civile rispetto delle
categorie più fragili, i criteri di distribuzione dei vaccini. Mettere in
evidenza le gravi disfunzioni e l’inaccettabile disorganizzazione regionale è
un dovere irrinunciabile che sta via via coinvolgendo tutte le sensibilità
impegnate sul territorio regionale.
Alla
senatrice Granato che oggi denuncia quanto sta accadendo in Calabria anche a
causa del perdurante commissariamento della sanità, le ricordo di parlare da un
pulpito privilegiato che, avrebbe dovuto vedere tutti i rappresentanti
calabresi alla Camera e al Senato impegnati in prima persona nella battaglia
per ridare a questa terra e ai calabresi la dignità di cittadini che non devono
continuare ad essere offesi nell’esercizio dei sacrosanti diritti
costituzionali.
Comunque
alla senatrice Granato rivolgo l’invito di aderire all’esposto che abbiamo
prodotto per dare un segnale concreto di sostegno ai suoi conterranei.
Milena
Liotta Commissaria PSI