Luigi Brigante
Rubrica- "Pensare Altrimenti"
Il
nome Rockfeller non è estraneo al mondo e al back office internazionale. John
Davison Rockfeller è stato uno dei più grandi petrolieri della storia che, con
la sua Standard Oil, poi smembrata a seguito di una sentenza della Corte
Suprema USA nel 1911 in tante corporate (tra cui le attuali Chevron, Esso e
Mobil) per il suo monopolio illegale, in quanto deteneva il 64% del mercato
petrolifero; divenendo così l’uomo più ricco nel mondo in assoluto nella sua
epoca. Lui e suo figlio John jr. hanno fondato nel 1913 la fondazione omonima
per promuovere lo sviluppo e il benessere del genere umano in tutto il mondo,
mediante soprattutto la lotta ad alcune malattie che affliggevano la società
dell’epoca. Altresì hanno anche finanziato programmi eugenetici tedeschi
durante il nazismo presso il laboratorio di Otmar Von Verschuer, nel quale
lavorò il famoso ufficiale SS Josef Mengele (“l’angelo della morte”). In Italia
hanno partecipato attivamente, nell’àmbito del Piano Marshall, all’eradicazione
della malaria e hanno finanziato nel 1928 l’allora Istituto di Sanità Pubblica,
oggi ISS.
I Rockfeller
sono una famiglia da sempre ricondotta al circuito massonico di alto livello e
alle cosiddette teorie complottiste dietro gli omicidi di M.L.King e del
Presidente USA John FItzgerald Kennedy, poiché facenti parte di quel cosiddetto
“military complex” più volte citato e denunciato dallo stesso JFK.
Gli
stessi Rockfeller hanno creato “laboratori di idee” e organizzazioni quali la
Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg e il G30 (già esaminato la volta
scorsa). Allo scoppio della pandemia, i maggiori canali di controinformazione
hanno svelato un report del 2010, a cura della stessa, in cui anticipavano
l’avvento di una pandemia che avrebbe cagionato 8 milioni di morti in 7 mesi
(attualmente sono 3,5 milioni in 12 mesi), il cui PDF è scaricabile dal sito
della Fondazione. Non certamente una banale casualità.
Nel
report ‘One for all’, si mira ad un finanziamento globale di accesso ai vaccini
e alla crescita sostenibile facendo leva su tre obiettivi:
● emissione di 650 miliardi di dollari di diritti speciali di prelievo (SDR)
● piano di prestiti dalla Banca Mondiale
e dalle altre Banche centrali degli altri Stati
● risorse private medianti nuovi mezzi di
investimento.
Il punto focale è proprio questo: cosa sono questi diritti speciali di prelievo? E perché sono un potenziale pericolo? I DSP sono riserve ufficiali gestite dalle banche centrali dei Paesi facenti parte del Fondo Monetario Internazionale, istituiti nel 1969 con gli accordi della Giamaica, al fine di potenziare le riserve globali. Non sono una vera e propria valuta, tipo l’Euro, ma sono un diritto di acquisire e utilizzare una o più delle valute liberamente utilizzabili detenute nelle riserve ufficiali dei Paesi membri del FMI (dollaro, yen, sterlina ed euro).
Il
loro valore è dato dalla composizione di queste valute, che viene rivista ogni
5 anni dal Comitato esecutivo del FMI. In sostanza, la valuta che in quel dato
momento storico riflette più importanza relativa nel sistema monetario
internazionale determina buona parte del valore (elemento importante nella
nostra analisi).
Questi
diritti vengono allocati in proporzione alla quota versata da ogni singolo
Paese. E se un Paese vuole utilizzarli deve chiedere alla Banca centrale di un
altro Paese, che non ha bisogno di usare i suoi DSP, per fare uno scambio
contro una delle valute liberamente utilizzabili: ad esempio, gli USA vogliono
usare i loro 138 mld e chiedono alla UE di rinunziare a parte dei loro 235 mld,
scambiandoli in valuta Euro, pagando un tasso di interesse proporzionale ai DSP
ceduti. Questo sistema è stato usato soprattutto nei momenti di forte crisi
economica (1971, 1981 e 2009), al fine di garantire la regolarità dei tassi di
cambio e la stabilità delle liquidità delle varie Banche centrali, senza aver
bisogno di vendere le proprie di riserve. Secondo il documento, i diritti
speciali di prelievo sono considerati fondamentali per garantire la
vaccinazione di oltre il 70% della popolazione mondiale quale unica soluzione
al virus che galoppa e mette in crisi le economie e i vari sistemi sanitari,
soprattutto per quei Paesi a basso reddito ai quali viene però attribuita una
riserva fin troppo modesta (Africa solo 33 miliardi). Per colmare il divario
tra Paesi di medio e basso reddito, si teorizza una soglia di 100 miliardi
raggiungibile attraverso 3 scenari: riallocazione del 35% escludendo gli USA;
25% includendo gli USA; 23% includendo USA e Cina. Sarebbe uno dei piani più
imponenti della storia e, secondo loro, ‘cost free’ (senza costo) per le
tesorerie dei vari Paesi, ma in base a quanto poc’anzi detto non è affatto
così. Sono dei veri e propri prestiti occulti il cui valore viene deciso dalla
valuta in quel momento più importante e pregnante, sì che, come viene poi
specificato nella nota a piè di pagina numero 10 a fine documento - con grande
astuzia - le allocazioni “sono cost free e al netto di zero solo se i Paesi non
usano i loro DSP”, poiché chi chiede liquidità paga sempre un interesse. E tale
strumento deve essere inquadrato con grande preoccupazione se si tiene conto di
uno degli scenari del Grande Reset - rimando i lettori a cercare questa voce
sul web - secondo cui molti Stati entrerebbero nella morsa di un sistema di
prestiti pericoloso per la loro sovranità. E a pensare a male molto spesso si
indovina… L’analisi prosegue citando vari appuntamenti governativi nevralgici,
il G7 e il G20, nei quali si dovrebbe celermente discutere e approvarli per
raggiungere l’obiettivo delle vaccinazioni entro la fine del 2021. Inoltre
questi DSP avranno ruolo importante per il finanziamento della transizione
ecologica, ormai un dogma consolidato, attraverso nuove forme di finanziamento,
anche da privati, e nuovi recovery plans (che riecheggia il recovery europeo).
Consci del fatto che con grande anticipo codesti soggetti avevano previsto una
pandemia di questo genere, questo report deve essere tenuto sotto controllo
poiché poggia sul falso concetto secondo cui tali DSP siano gratuiti, ma, come
abbiamo avuto modo di vedere, non è in realtà così. Bisogna anche attendere
l’esito dei summit G7 e G20 ove il nostro Premier Mario Draghi, già membro pure
della Commissione Trilaterale, sarà chiamato al primo test di
esternalizzazione: farà gli interessi dell’Italia o dell’alta finanza
rappresentata da questa Fondazione e dagli altri organismi ad essa ricondotti?
Solo il tempo ci darà le giuste risposte eccetto per chi già le conosce.