“Camminare insieme è la via costitutiva della
Chiesa, la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il
cuore di Dio; la condizione per seguire il Signore Gesù ed essere servi della
vita in questo tempo ferito. Respiro e passo sinodale rivelano ciò che siamo e
il dinamismo di comunione che anima le nostre decisioni”. Questo, in sintesi,
il messaggio di don Dario Vitali, docente ordinario di Teologia presso la
Pontificia università gregoriana, lanciato al Convegno Pastorale Diocesano di Lamezia
Terme.
I
lavori, caratterizzati da tre momenti comprendenti la relazione, il dibattito
con don Vitali ed il confronto all’interno delle Vicarie, hanno avuto come
punto centrale della riflessione “Essere Chiesa in Lamezia oggi: camminare
insieme!”. Un tema sul quale sono stati chiamati a dialogare insieme clero e
laici che hanno condiviso la tre giorni all’interno della chiesa
interparrocchiale San Benedetto per poi concludersi, nella terza giornata,
nelle varie Vicarie.
“Al
centro – ha detto il vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci ad apertura dei
lavori – abbiamo messo la Parola che, per noi, non è un concetto, ma una
persona, la persona di Gesù Cristo. Viviamo questo momento con gioia perché ci
vede riuniti tutti insieme. È la gioia di stare insieme, di sentirci discepoli,
ma come comunichiamo oggi questa gioia? Credo che sia in gioco il nostro essere
Chiesa ed essere Chiesa in Lamezia Terme. Si tratta di acquisire sempre più uno
stile. Vogliamo rispondere con uno stile di vita nelle nostre comunità, con
dolcezza e non vogliamo ridurre lo stile sinodale alla produzione di un
documento ma deve diventare qualcosa di ordinario, deve far parte del nostro
vissuto ecclesiale: siamo consapevoli che bisogna formarsi alla sinodalità”.
Parole,
quelle del Vescovo, alle quali hanno fatto eco le riflessioni che don Dario ha
proposto alla rappresentanza delle Parrocchie e dei movimenti presenti in
Diocesi che hanno composto la platea del convegno: “La Chiesa – ha affermato –
è il popolo di Dio in cammino Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto e
se non ascoltiamo ascoltandoci non si va da nessuna parte. O la Chiesa cammina insieme
superando le sue divisioni, oppure non si va da nessuna parte perché è come il
carro in cui i buoi tirano in maniera opposta”.
Per
don Dario, infatti, “siamo tutti partecipi della vita profetica di Cristo”, ma
“ci sono luoghi in cui la Chiesa è sparita, dove sta sparendo e dove si sta
facendo di tutto per sparire. Anche in Calabria, terra di tradizioni cristiane
incrociate, la Chiesa è una minoranza e questo facciamo fatica ad accettarlo.
Le minoranze – ha aggiunto – sono di due tipi: nostalgiche, che ricostruiscono
un mondo che non c’è più; consapevoli. Attualmente non esiste un modello
condiviso di Chiesa perché abbiamo idee diverse di comunione che sono frutto
delle nostre appartenenze. Ma non c’è Chiesa particolare senza il suo principio
di unità e non c’è Chiesa universale senza il suo principio di unità”.
Quindi,
nel sottolineare che “la vita cristiana è cristologica ed ecclesiale” e nel
rimarcare l’importanza di “fare della Chiesa una testimonianza di vita del
Vangelo”, don Dario, che ha evidenziato che “i luoghi della sinodalità sono
ogni luogo” e che “bisogna mostrare consapevolezza di essere Chiesa perché ogni
parrocchia sia testimone”, ha fatto notare che “la relazione laici-preti è
sempre una relazione asimmetrica di uno che comanda e di un altro che esegue”,
mentre “la relazione popolo di Dio-pastore, invece, è una relazione di servizio
ed in questa relazione il pastore esiste perché c’è il popolo di Dio e questo
determina una relazione feconda (il pastore esiste in quanto c’è un popolo di Dio)”.
A
portare i saluti del Comune di Lamezia Terme, il commissario straordinario
Giuseppe Priolo che, nel ringraziare il Vescovo “per l’attività che svolge per
i più fragili”, ha rimarcato che “solo insieme si possono superare le
difficoltà”
I
lavori, coordinati dal direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della
Diocesi, Saveria Maria Gigliotti, sono stati preceduti da un momento di
preghiera e conclusi dalla consegna della luce della Parola ai Vicari foranei
come in una staffetta simbolica che parte dal centro per irradiarsi nelle
periferie là dove Papa Francesco invita la Chiesa ad operare con particolare
attenzione.