Tra il 1934 e il 1945 circa 20.000, persone, vennero gettate nelle Foibe, gli inghiottitoi naturali della Venezia Giulia, per la loro appartenenza politica o etnica. Il 10 Febbraio "Giorno del ricordo delle vittime delle Foibe "eppure ne hanno parlato in pochi e per poco. Tutti coloro che hanno perso la vita non hanno forse la stessa valenza di chi è stato ucciso in altre circostanze, in altre stragi? Ci sembra si parli di vittime di serie A e di serie B e decisamente, queste anime dimenticate, entrano nel secondo gruppo. C'è una voce unanime che non ci sta e si fa sentire:
«Silenzio.
Cavità, buio ed ancora silenzio. Una verità violentata dalla Storia che deve offuscare la libera Resistenza, offuscata dalla voce del lamento dell'Inno di quel sacramento ululante nell'umanità disumana. Per una Memoria Condivisa e non Selettiva.
Si sfugge, talvolta, dalla possibilità di discutere attivamente su temi delicati ed il ricordo delle foibe, il però, diventa occasione e strumento di partecipazione diretta a quel tentativo, condizionato, di margine verso una simile atrocità.
Come se vi fosse un merito eletto come sacrificio di prima serie e vittime da annoverare, senza gridare, in qualche bollettino da spolverare.
Un richiamo che può aiutare l'Italia a rimettere in piedi un ricordo che ha visto troppe volte scemare la memoria dei cittadini, anche e soprattutto, per le polemiche che non di rado accompagnano la sensibilità nel suo contorto percorso.
Una sfida a se stessi e poi a quel sistema che da troppo tempo non si riesce a rinnovare e liberare da condizionamenti e suggestioni di partito. E chissà che stavolta, la spinta popolare non consentirà l'impresa di non dimenticare.
Io ho scelto. Convintamente. Di Ricordare».
(Avvocato Danilo Aloe)
«Ricordare non è solo un Dovere ma un Imperativo, senza ipocrisia, senza pregiudizi, senza appartenenza politica ma a quanto pare, così non è. Alle future generazioni non viene trasmesso nel modo corretto questo pezzo di storia, direi strappato, uno sterminio che fa pensare ad una solidarietà per metà. Bisognerebbe far prevalere la virtù dell'unione e abbandonare il preconcetto della discordia».
(Luigi Molinaro, libero cittadino)
«Dietro le lacrime di Egea Haffner durante la manifestazione svoltasi il 10 Febbraio 2023 al Quirinale nella giornata del Ricordo, si cela la vita di una donna che ha vissuto in prima persona il dramma delle foibe. Celebre la foto che la ritrae da bambina con la scritta "Esule giuliana". Il Presidente Mattarella, nel suo intervento, ha auspicato che il ricordo delle foibe non sia motivo di divisione nella comunità nazionale ma, invece, sia momento propulsivo per un rinnovato impulso all'unità nazionale. In un periodo da un punto di vista sociale così complesso, la scuola è un traino fondamentale verso un mondo più giusto che non debba rincorrere gli spettri di un passato che ha infangato l'umanità a prescindere dalle ideologie che ne sono state le cause. La tematica delle Foibe, è considerata una delle più grandi tragedie umane dall'Unità d'Italia ad oggi, sottaciuta dalla memoria collettiva e dalla storia col grave e fondato rischio di far covare sotto l'oblio del silenzio nuovi spasmi di vessazioni e violenze. Sarebbe auspicabile che in ambito didattico-educativo, si possano approfondire alcune tematiche come questa alla stregua di altre per la salvaguardia dei diritti umani che non vanno dimenticati».
(Prof. Angelo Chiappetta, Scuola Prim. Sec. Di Marano Marchesato)
«Penso che aver istituito negli anni delle date per "ricordare" i morti di qualsiasi eccidio umano, è stata solo tanta ipocrita demagogia che non ha dato risalto al passaggio seguente, ossia il ripetersi, seppur in portata differente e minore. Una politica mesta davanti ad una corona di memorie, direi una mezza politica; chi è stato ucciso dalle foibe, è un diverso, non ha forse la stessa importanza di chi ha perso la vita in un campo di concentramento? Non è sempre una vita spezzata? Non è un essere umano? Lasciamoli riposare i morti, parlarne non restituisce loro la vita e non annulla il dolore, tenendo conto che si commette l'errore di considerare loro vittime di serie B. Più saggezza e meno supremazia».
(Caterina De Salvo, curatrice artistica)
«La tragedia delle foibe ancora oggi fa parte di una verità "ferita", a tratti negata o, nella migliore delle ipotesi ridotta. Rispetto ad altre tragedie o genocidi che hanno ottenuto il loro riconoscimento. Si tratta di un preciso fenomeno: "riduzionismo". Basti pensare che ancora oggi, nonostante sia in vigore la Legge n.92 del 2004, che ha istituito la giornata del ricordo, ciò non avviene in tutte le città d'Italia oppure in tutte le scuole italiane, una questione rimarcata dallo stesso Mattarella nella cerimonia di commemorazione, aggiungendo ai tentativi di negazionismo e di giustificazionismo che il rischio più grave di fronte alla tragedia dell'umanità, è l'indifferenza che genera rimozione e oblio».
(Michele Arnoni, Dirigente Provinciale Fratelli D'Italia, Cosenza)
«È avvilente vedere i media fare la differenza tra tragedie. L'indifferenza al degrado è assai più compromettente del degrado stesso, a volte, per cui credo che sia necessario allontanarsi da certe consuetudini politicizzate che buttano polvere su alcune vicende. Non si può vivere voltando la testa da un'altra parte. È successo.
Migliaia di persone hanno perso la vita nelle Foibe; corpi martoriati e gettati in voragini dimenticate e così uccisi per la seconda volta. Io come molti altri, non dimentico! Lo faccio per loro, per Norma Cossetto che nel Comune di Visignano fu uccisa, dopo atroci violenze dai partigiani jugoslavi nei pressi della Foiba di Villa Surani. Una ragazza brutalmente privata del suo futuro. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tanta violenza e morte alla stregua di altri soprusi».
(Niccolò Ruscelli, studente di Giurisprudenza dell'UMG di Catanzaro, Membro associazione universitaria Artù e capo redattore del giornalino universitario Ermés)
Questa voce un'anime chiaramente espressa, dichiara che non ci dovrebbero essere eccidi di Serie A e di Serie B, né stragi di cui è conveniente o sconveniente parlare, né morti di Destra o di Sinistra, né ricordi doverosi che ne infangano altri. Ma in verità questa è una banalità perché la realtà è ben diversa e viaggia in una direzione opposta. Fiduciosi di svegliare qualche coscienza. Le Foibe meritano rispetto!
Febbraio, 17 2023
Manuela Molinaro
Redazione Centro Calabria News