L’analisi
di quanto si è verificato e continua a verificarsi nella scelta dei candidati a
sindaco della città di Lamezia Terme è emblematico della natura e qualità della
politica.
A
sinistra è scesa in capo la Lo Moro e come Attila non ha lasciato un filo
d’erba illeso dalla furia del potere, costi quel che costi.
I
giovani virgulti sono stati piegati dai comparaggi romani e dalla cecità di una
classe dirigente provinciale e regionale che ragiona in funzione delle future
collocazioni personali, altro che rispetto del territorio.
I
poveri sono rimasti soli senza alcuna protezione, d'altronde se chi decide
abita in case lussuose, in città ed a Roma, come può capire quali siano i
bisogni della povera gente.
La
destra ha personaggi leggeri come una piuma, che si sentono elefanti,
miracolati dalla sorte e convinti di essere “qualcuno”.
Mia
cara e povera Lamezia, hai dei figli ingrati ed egoisti, ingrassano come
porcellini, e non ti restituiscono nulla di quanto gli hai dato.
Col
tuo sangue sistemano figli, figlie, generi, nuore ed anche nipoti, ma a te non
restituiscono nulla e continuano a succhiare le ultime gocce di linfa che
ancora hai.
La
destra ritiene di essere autosufficiente, finora non ha instaurato nessun
rapporto col centro, che per quanto ne posso sapere ha la maggiore
concentrazione di elettori, gli basta un candidato autorevole per asfaltare
tutti.