Catanzaro-Avellino, lo stadio si fa comunità con una pioggia di peluche


 

Dagli spalti dello stadio Ceravolo di Catanzaro, ieri sera, è arrivato un segnale che va oltre il calcio giocato. Gli ultras giallorossi hanno dato vita a una raccolta di peluche destinati ai reparti pediatrici e alle associazioni di volontariato attive sul territorio, realtà impegnate ogni giorno accanto ai bambini che vivono situazioni di difficoltà. Un gesto concreto, sobrio, lontano dai riflettori e dalle dichiarazioni di facciata, capace di trasformare una partita di campionato, quella contro l’Avellino, in un’occasione di attenzione e responsabilità sociale. Dagli spalti della curva Massimo Capraro è scesa una pioggia fitta di pupazzi colorati e alla fine del primo tempo, anche il settore ospiti ha risposto all’appello: oltre 700 tifosi dell’Avellino, giunti in massa in trasferta, hanno aderito all’iniziativa lanciando a loro volta i peluche in campo. Per una sera, colori e appartenenze hanno smesso di dividere, lasciando spazio a un gesto condiviso che ha unito due tifoserie solitamente contrapposte. 

Così Catanzaro-Avellino ha raccontato molto più di quanto dica il risultato finale. In uno sport spesso segnato da tensioni e polemiche, il calcio ha mostrato la sua dimensione migliore, quella che dovrebbe essere la sua vera natura, che lo rende capace di creare comunità e di mettere in risalto quelle che sono le responsabilità della collettività. Ieri sera il boato più intenso non è stato quello di un gol, ma il rumore soffice di una pioggia di peluche, carica di solidarietà e di un messaggio destinato a durare ben oltre i novanta minuti. 


Marika Codispoti 

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