”Rosario Perri, Francesco Stranges,
Vinicio Puppin, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Fortunato Bernardi,
Domenico Palazzo, Domenico Strangis. Sono nomi che rimangono impressi nella
mente e nel cuore ma anche nell’anima. Uomini, compagni di vita strappati alle
loro famiglie da una tragica fatalità di una mattinata piovosa e grigia dove il
cielo già lì piangeva. Lamezia tutta di è stretta come non mai al dolore e al
cordoglio dei familiari increduli dell’accaduto mentre i giornali e i
telegiornali riproponevano le immagini delle bici rovinosamente rimbalzate a
pezzi sulla SS18 all’altezza Marinella mentre i reporter esterrefatti davano le
prime notizie e le forze dell’ordine commossi cercavano di ottemperare ad una
carneficina di un momento che per questi otto ciclisti doveva essere un momento
bello di condivisione ma certo non avevano messo in conto di non tornare più
nelle loro case con i loro cari perché un tragico destino li attendeva. La
morte è un appuntamento fisso per tutti, forse il Signore li ha attesi prima
per tanta bontà loro. Il loro funerale organizzato dall’amministrazione di cui
facevo parte fu un momento commemorativo sconosciuto al mondo intero per tanta
partecipazione e condivisione del dolore, dove le salme distribuite sul manto
del D’Ippolito costituirono l’icona della vulnerabilità umana a sopperire a
tanta crudeltà. Che erano uomini speciali lo si evinceva perché Domenico
Palazzo attendeva tutti i giorni insieme a me i figli che uscissero di scuola,
un maschietto e una femminuccia adorabili che adesso saranno giovanotti. Non
c’era un giorno che Domenico non salutasse ì sui figli con una carezza sul capo
a scompigliare i loro capelli; sempre affettuoso Domenico, e qualche volta
disturbato che per il mal di schiena non
potesse raggiungere i suoi amici di bike. Ma il destino li ha attesi
insieme. Anche stamattina i figli di Fortunato Bernardi, Alessandro, Chiara e
l’amata madre erano in palestra come sempre ligi al loro lavoro che portano
avanti con missione; la luce dei loro occhi erano spente perché anche se sono
passati 15 anni il dolore si fa ancora sentire ed è ancora molto forte. Ben
vengano le leggi severe sull’uso sconsiderato di alcol e droga assunti da chi
non dovrebbe mettersi al volante per seminare morte e sofferenza per chi va via
e per chi resta. Carolin Caruso. Capo Gruppo Forza Italia.
