“Quasi tutte le attività commerciali, a Catanzaro come in provincia, nella regione o nel resto d’Italia, sono in ginocchio. La chiusura generalizzata, assolutamente necessaria per diminuire il più possibile il rischio diffusione del coronavirus, è stata una misura sulla quale non c’è proprio nulla da dire. Non si poteva fare altro. Allo stesso tempo, tuttavia, ascoltando le preoccupazioni di tanti commercianti della nostra città, non posso non sottolineare come il decreto Cura Italia, già insufficiente per le imprese più grosse, non sia adeguato a salvaguardare le attività commerciali che sono state costrette a chiudere perché non vendono beni di prima necessità. Si tratta di ditte, spesso e volentieri monopersonali o familiari, i cui titolari stanno facendo i salti mortali per rispettare scadenze, pagamenti e tributi di ogni genere, ma che vedono sempre più vicino il rischio fallimento. La serrata rischia di diventare una chiusura definitiva dopo la fine, e speriamo arrivi presto, di questa maledetta emergenza da coronavirus. Il governo faccia di più e in fretta: dopo il Cura Italia serve un Cura Commercio per permettere a tutti i titolari di attività commerciali, piccole o medie, di respirare”.