Nel prossimo decreto per l'emergenza non meno di 50
miliardi, mascherine e distanziamento fino a quando non saranno disponibili
terapia e vaccino. In vista del Consiglio europeo Conte illustra la strada
da percorrere per aprire la fase 2 dal 4 maggio. Un programma di riaperture
omogeneo su base nazionale, ma tenendo conto delle specificità delle regioni
con un sostegno più forte alle fasce deboli. E poi una revisione del modello
organizzativo del lavoro e delle modalità del trasporto pubblico e
privato. Un piano omogeneo in tutta Italia per riaprire le attivitÃ
produttive e per regolare il trasporto pubblico. Dal 4 maggio vi sarà un primo
parziale allentamento delle regole che hanno tenuto milioni di italiani dentro
casa, fermo restando che bisognerà indossare la mascherina e tenere il
distanziamento finché non ci sarà una cura o un vaccino contro il Coronavirus.
Il premier Giuseppe Conte presenterà entro la fine di questa settimana il
programma per la "fase 2" che preannuncia molto complessa. La task
force guidata da Vittorio Colao e il comitato tecnico scientifico consegneranno
fra poche ore al governo il risultato del loro lavoro, che sarà la base per ogni
decisione. Poi il premier si confronterà con i rappresentanti degli enti locali
e delle parti sociali. Le linee guida, come chiedono i governatori del Nord,
saranno nazionali, ma saranno possibili norme più restrittive a livello locale
nelle aree "rosse" in cui l'indice di contagio metta a rischio la
tenuta del sistema sanitario. Conte era intervenuto su Facebook nella giornata
di ieri per placare l'impazienza di cittadini, imprenditori e Regioni che
premono per riaperture dal 27 aprile, scrivendo che "Piacerebbe anche a me
poter dire: riapriamo tutto, subito. Ma sarebbe irresponsabile, ma non
permetterò mai che si creino divisioni tra Nord, Sud, Centro e Isole"
rassicurando chi, come Luca Zaia, da giorni denuncia un tentativo di isolare le
regioni del nord. Ed anche in Aula al Senato e alla Camera, di fronte a
parlamentari leghisti battaglieri, ha parlato di regole omogenee per l’intero
territorio nazionale. Ma ovviamente si dovrà tenere conto delle peculiaritÃ
territoriali, perché il sistema di trasporto in Basilicata non è quello della
Lombardia e la capacità degli ospedali di reggere l'urto del contagio non è
uguale ovunque. Perciò, spiega, si sta lavorando ad un piano sanitario su
quattro assi: distanziamento sociale e mascherine; potenziamento di servizi di
prevenzione e rsa; Covid Hospital; tamponi e test sierologici; teleassistenza e
mappatura dei contagi con un'app che non sarà obbligatoria. Fondamentali
saranno i dati sulla curva del contagio: la soglia nascerà dall'incrocio di
indice di contagio e recettività degli ospedali nei singoli territori. Se si
supererà quella soglia, scatteranno nuove chiusure, anche limitate a singole
aree. Insomma, sintetizza una fonte di governo, "ci saranno linee guida
comuni, classificazioni di rischio lavoro per lavoro e prescrizioni chiare su
cosa fare ma poi tutto dipenderà dalla capacità delle Regioni di aver costruito
la cintura di sicurezza, dai Covid Hospital ai centri per i positivi
asintomatici". Non è ancora deciso se le restrizioni per le aree
"rosse" scatteranno in automatico, se le scelte spetteranno alle
Regioni, che se ne assumerebbero la responsabilità , o al governo. Potrebbero
esserci aggiornamenti del piano ogni 15 giorni. Di sicuro più andrà giù il
contagio e terrà il sistema sanitario, più ci si avvicinerà alla normalità , più
saliranno i contagi più aumenteranno le restrizioni. Le soluzioni in concreto per
le riaperture sono affidate agli esperti: una nuova riunione della task force
di Colao con alcuni esponenti del comitato tecnico scientifico si tiene in
serata, per consegnare entro mercoledì a Conte un documento. Poi entro venerdì
dovrebbe riunirsi la cabina di regia con gli enti locali. Dovrebbero restare
limiti agli spostamenti tra le Regioni ma l'allentamento per i cittadini
potrebbe riguardare la possibilità di recarsi nelle seconde case, di andare al
parco e a trovare parenti e a correre da soli anche lontano da casa. Quanto
alle attività produttive, ci sarà una forte spinta allo smart working e regole
per gli uffici, con l'indicazione di evitare le riunioni e distanziare le
postazioni. Snodo cruciale è il trasporto: bisogna evitare le ore di punta. Perciò
si studiano non solo meccanismi di limitazione dei posti sui mezzi pubblici,
con la possibilità di viaggiare solo seduti e distanziamento alle fermate, ma
anche il modo di incentivare altri mezzi di trasporto, come le bici, e di
allungare gli orari di uffici e negozi, magari anche al weekend. Quanto ai bar
e ristoranti, potrebbe esserci un primo via libera ai ristoranti per fare
asporto ma è difficile che il 4 maggio si 'riapra'.