CATANZARO – 6 GIUGNO
2020. L’azienda farmacia per sopravvivere deve guardare con attenzione
sempre maggiore a mercati complementari, che vanno nell’area dell’extrafarmaco,
guardati, tra l’altro, con interesse anche da altri competitor, come la Grande
Distribuzione Organizzata, la parafarmacia, negozi specializzati. Per questo,
“allestire una farmacia diversa” diventa fondamentale per diventare competitivi
nel mercato di riferimento. Che connessione c’è tra la vetrina e l’interno del
negozio? Come la predisposizione del banco aiuta la comunicazione? Ogni quanto
tempo deve essere innovata la vetrina e la predisposizione del banco? Sono
questi alcuni degli interrogativi ai quali hanno risposto Lorenzo Lani
amministratore delegato Ekofarma, Marco Cadau project manager presso
Ekofarma e Emanuele Mormino coach, manager e consulente e fondatore
di Pharmaway, nel corso del secondo appuntamento con la formazione organizzato
on line da Federfarma Catanzaro. Ad aprire i lavori il presidente Enzo
Defilippo, mentre il partecipato confronto è stato moderato e stimolato dal
vice presidente Luciano Leone. Tra gli intervenuti anche la
dottoressa Maria Cristina Murone, referente delle farmacie rurali di
Federfarma.
“Le sfide della società
italiana tra crisi strutturali, social innovation rimborsato Sistema Sanitario
Nazionale hanno intaccato, sempre più, la relativa marginalità – ha esordito
Defilippo -. I vari modelli di farmacia finora conosciuti e proposti non sono
stati in grado di competere nel loro mercato di riferimento né, tantomeno, di
soddisfare i tanti e diversi bisogni espressi dai cittadini. Da qui l’esigenza
di sviluppare un nuovo modello di farmacia, che deve avere necessariamente
nell’approccio multidisciplinare il suo punto di forza, e, nello stesso tempo,
occorre dare all’impostazione sociologica un ruolo rilevante”.
Una riflessione che non
può che partire da un approfondimento dei modelli di farmacia attualmente
conosciuti in Italia sono tre: tradizionale, commerciale e dei servizi. La
farmacia tradizionale è il modello di farmacia maggiormente presente in
Italia: è incentrata in modo particolare sulla figura del suo titolare, che
sembra operare sempre più in sintesi tra il mondo professionale e quello
manageriale. Il farmacista è il punto di riferimento della comunità, dà
consigli non solo sull’utilizzo e la somministrazione dei farmaci, ma è anche
la persona a cui ci si affida per curare anche piccole patologie in alternativa
al medico, è il confidente per problemi inerenti alla salute e non solo. La
farmacia commerciale è un modello di farmacia che ha impostato la sua
attività soprattutto sui prodotti, e che, attraverso la convenienza dei prezzi
praticati su una parte più o meno ampia della propria offerta merceologica
nell’extrafarmaco, cerca la fidelizzazione del cliente, il quale a sua volta,
recandosi in farmacia spinto dall’aspetto di convenienza, il più delle volte vi
spedisce anche le proprie ricette mediche. La farmacia dei servizi è
impostata principalmente sulla qualità e sulla quantità dei servizi offerti e
cerca la fidelizzazione di coloro che la frequentano attraverso l’ampia gamma
della sua proposta. I servizi offerti possono essere suddivisi tra servizi
cognitivi e servizi alla persona. Tra i servizi cognitivi, quelli più
importanti sono sicuramente il consiglio e la consulenza.
Il farmacista, quindi, è
emerso nel corso dell’incontro formativo è “innanzitutto un educatore
sanitario, dispensatore di consigli connessi alla cura dei pazienti”.
La vetrina di
una farmacia, ha spiegato in particolare Mormino, come quella di
qualunque negozio, rappresenta il biglietto da visita e serve da
stimolo per invogliare i clienti ad entrare e ad acquistare i prodotti che si
trovano all'interno.
Nell’ottica di una ripartenza post Covid con più
entusiasmo e forza, il prossimo appuntamento con la formazione di Federfarma è
lunedì 15 giugno alle ore 14 con Marco Alessandrini, amministratore delegato di
Credifarma