È trascorso un anno dalla morte di Lorenzo Parelli, lo studente schiacciato da una trave, durante l'ultimo giorno di stage in un'azienda vicino Udine e, nulla è cambiato, per garantire un'alternanza scuola-lavoro sicura. Il Governo, sembra essersi dimenticato dei duecento giovani deceduti. Pochi giorni fa, un Flashmob di Rete degli studenti e Fiom davanti al ministero dell'Istruzione, per dire no a tanto menefreghismo, per mostrarsi solidali nel volere delle spiegazioni per questo atteggiamento e, motivati ad ottenere un cambiamento.

"Dal governo Meloni non vediamo nessun interesse sull'ex alternanza scuola-lavoro", spiegano dalla Rete degli Studenti medi del Lazio. "Da sempre ci opponiamo a questo modello di relazione tra scuola e mondo del lavoro, così come denunciamo le storture di un sistema che espone noi studenti e studentesse a un lavoro che uccide tre persone al giorno". "Non vogliamo piangere altri coetanei". "Per noi non è scuola quella che uccide, non è lavoro quello che sfrutta".

Opinioni chiare, cori a gran voce:  "I Pcto - ex alternanza scuola-lavoro , vanno ripensati e serve che ministero e governo ci interpellino".

Sicurezza, formazione sperimentale, strumenti innovativi volti alla didattica per costruire un modello diverso di società, coinvolgimento in toto delle associazioni studentesche, queste le giuste pretese, di nuove generazioni che si battono per un futuro migliore, ricordando chi ha pagato cara l'inefficienza di un sistema politico, una politica muta.

«Abbiamo chiesto l'autorizzazione per organizzare un corteo il prossimo 21 gennaio, a un anno dalla morte di Lorenzo Parelli, per non dimenticare Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta, vittime dello stesso sistema. Ma ci hanno detto di no. Senza dare spiegazioni». Queste le parole di Daniele Agostini del Fronte della gioventù comunista che, con un rappresentante del liceo Socrate di Roma, lunedì scorso è andato in Questura per la richiesta.

Il Flash mob, ha rappresentato il loro non fermarsi e non cedere. Continuare verso questa direzione significa lottare affinché un diritto sia un diritto e non un privilegio.

"In Italia, la protesta è più rivendicazione di privilegi che di diritti".

Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983




 Gennaio, 25 2023

Manuela Molinaro

Redazione Centro Calabria News