La paventata volontà dell’Amministrazione Comunale di approvare il PSC, in queste condizioni, è una pericolosa forzatura istituzionale e sociale consumata ai danni della Città di Rende.

La Giunta Manna non può affrontare la pratica del PSC con la superficialità usata per realizzare quelle inutili e dannose rotatorie poste sulle due s.s. 19, oppure per la realizzazione del ponte degli orrori di Viale dei Giardini. 

Proprio per questo condividiamo le perplessità e le denunce che recentemente sono state sollevate da associazioni politiche e consiglieri comunali di vari gruppi di minoranza.

In fin dei conti, è dalla consiliatura 2014-2019 che le forze di opposizione si battono contro questo progetto, che se approvato, attraverso manovre frettolose e di corto respiro, andrà a tarpare le ali al tentativo di abbracciare le diverse domande ed esigenze richieste dalla comunità per un nuovo ed innovativo modello di sviluppo sostenibile e verde, cosi come sta accadendo nelle più avanzate società europee.

Partiamo dal potenziale ed ingente disastro economico e sociale che si consumerebbe sulla proprietà comunale dello stadio “Lorenzon”, resa non alienabile, causando un danno di svariati milioni di euro alle finanze e al patrimonio pubblico, vanificando la possibilità di rivedere il disegno urbano del quartiere di Commenda, dove è iniziato un pericoloso processo di marginalizzazione. 

Quale amministrazione che si rispetti andrebbe a commettere un così grossolano errore, gridato a gran voce e per tempo da diversi professionisti e da tanti rappresentanti istituzionali?

Come si può pensare di stravolgere l’assetto urbanistico del viale Principe, vera valvola di sfogo al traffico dell’area urbana e della zona industriale?

Queste sono alcune domande che abbiamo già posto e che riproponiamo con grande responsabilità ed amore per la città.

Inoltre, troviamo pericolosa l’assenza, nel progetto del PSC, di qualsivoglia normativa per attuare i PAU, i quali, senza essere normati erga omnes, porteranno a decisioni discriminatorie, creando potenziale attrito anche tra proprietari di terreni confinanti.

L’aumento esponenziale delle volumetrie violerà di fatto la norma “consumo di suolo zero”, che il Comune di Rende si è impegnato ad osservare. 

Insomma, se questo PSC dovesse vedere la luce, sarebbe un vero e proprio autogol per Rende e per l’intera area urbana di Cosenza.

Al riguardo, ci sentiamo di lanciare un monito alla politica cittadina che non si rivede in questa visone asfittica e spregiudicata portata avanti dal Sindaco e dalla sua maggioranza.

Siamo fermamente consapevoli che Rende potrà guardare con fiducia al futuro, se quest’ultimo sarà programmato anzitempo, attraverso un graduale e trasparente processo di condivisione ed elaborazione di una piattaforma politica ampia, all’interno della quale andranno valorizzate le affinità politiche e affrontate le sfide che attendono la Città nel prossimo futuro, mettendo da parte divisioni, litigiosità e personalismi.

Solo in questo modo sarà possibile scongiurare nuovamente vittorie figlie di accordi di potere e interessi, come accaduto nel 2014 e nel 2019.

 

Innova Rende