
Giuseppe Giampà, ex boss dell’omonima cosca ora collaboratore di giustizia, continua a parlare, collegato in videoconferenza, nell’udienza che si è tenuta oggi davanti alla Corte di Assise di Catanzaro nel processo a carico di Vincenzo Arcieri, Antonio Voci, Giancarlo Chirumbolo e Franco Trovato. Il processo è uno dei filoni della cosiddetta operazione Perseo e riguarda, in particolare, sette omicidi compiuti a Lamezia tra il 2005 e il 2010, per i quali sono chiamati a giudizio i quattro imputati. Il pubblico ministero Elio Romano ha concluso l’esame del collaboratore di giustizia, interrogandolo sugli omicidi oggetto del processo, riconfermando sostanzialmente il quadro indiziario, mentre gli avvocati Ferraro, Galeota, Marchese, Pagliuso, Staiano e Torchia hanno concluso il controesame dell’ex boss della cosca. In apertura d’udienza, Giancarlo Chirumbolo, imputato in questo processo perché accusato di essere stato lo specchietto nell’omicidio di Bruno Cittadino, ha contestato le accuse che gli sono state mosse, giustificandosi dicendo che immaginava chi fossero stati gli assassini del fratello Giuseppe e, quindi, non avrebbe potuto partecipare ad altri omicidi della cosca. La prossima udienza, il 24 marzo, saranno ascoltati il collaboratore Luca Piraina e Maurizio Molinaro e Alessandro Torcasio.