A Pisa Celebrati i 20 anni della legge che ha introdotto il principio della destinazione sociale dei beni confiscati alla malavita organizzata. Presentato un film su questa esperienza. Sono trascorsi venti anni dall'approvazione della legge 109/96 che ha introdotto il principio della destinazione sociale dei beni confiscati alla mafia. Una legge «storica», che affonda le proprie radici in quella che fu l'intuizione di Pio La Torre, il primo a comprendere già negli anni '80 quanto fosse importante colpire la mafia nelle ricchezze e nei patrimoni accumulati. E proprio di questi temi si è parlato, in occasione della Giornata della legalità, promossa dal comune di Pisa e dal consiglio comunale, in collaborazione con alcune realtà associative del territorio (Libera, Avviso Pubblico, Ora Legale, Associazione culturale calabrese Esperia, Aforisma). L'evento si è svolto nella sede dell'ex Convento Cappuccini, a pochi passi dalla stazione cittadina. Il presidente del consiglio comunale, Ranieri Del Torto , ha «aperto le danze» con i saluti ed i ringraziamenti istituzionali, prima di lasciare la parola agli ospiti della giornata. «Presentare un prodotto che finalmente è libero, che produce lavoro, anche e soprattutto per i giovani, è sicuramente il messaggio più importante che lo Stato possa dare nei confronti di una realtà criminale», ha dichia rato Salvatore Laganà , attuale presidente del Tribunale di Pisa, rievocando il suo ventennio di esperienza trascorso tra Direzione Distrettuale Antimafia e Corte d'Assise. Di «sviluppo del la legislazione anti corruzione» e «capacità di fare rete con le esperienze» ha parlato invece il sindaco di Pisa Marco Filippeschi , soprattutto in riferimento alla realtà locale. Una realtà, quel la pisana, che non è immune da presenze mafiose - come ha voluto ricordare il referente del coordinamento provinciale Libera, Fabrizio Tognoni - ma che ha raggiunto importanti traguardi negli ultimi quindici anni di lavoro. Ma qual è invece la situazione a livello nazionale? Una «fotografia» in tal senso è stata scattata dal film «Terre di Musica- Viaggio tra i beni confiscati alla mafia», realizzato dalla band calabro-bolognese Il Parto delle Nuvole Pesanti, fondata nel 1990 e da sempre impegnata sul fronte della lotta culturale contro la mafia. «Vedere quel film basterebbe da solo» ha commentato nell'incipit del suo intervento il presidente della commissione Regione Calabria Lotta contro la 'ndrangheta, Arturo Bova . Che si è poi soffermato sui «numeri» di quella che ha definito una vera e propria «holding finanziaria», con 44 miliardi di fatturato, equi valenti al 2,9% del Pil nazionale (dati Ispes). «Di fronte a questa potenza economica, per combattere la mafia bisogna toccare i suoi immensi patrimoni illeciti » è stato il ragionamento di Bova. Un nuovo impulso in questa direzione potrebbe arrivare dalla riforma di legge sui beni sequestrati e confiscati, già approvata alla Camera e in attesa del «via libera» definitivo al Senato. L'obiettivo è quello di superare i limiti della legge 109/96 e rafforzare l'Agenzia nazionale delle confische, creata nel 2010 ma ancora «inefficace» (solo 415 confische dalla data di nascita). «Se non si toglie la mafia è l'economia a risentirne» sono state le ultime parole di Bova.