E’ stato condannato a 20 anni di reclusione, Antonio Voci, unico imputato nel processo per l’omicidio di Francesco Torcasio, ucciso il 7 luglio 2011 in via Misiani. L’accusa per lui è quella di aver fatto da “specchietto” nell’omicidio, inviando un messaggio al killer di Francesco Torcasio, scrivendo "107 blu", cioè la macchina con la quale la vittima sarebbe arrivata sul luogo prescelto per l’agguato.
Prima della sentenza, nell’udienza di oggi, hanno discusso sia il procuratore generale che la difesa per l’arringa conclusiva ed è stata rigettata la richiesta della difesa di un confronto tra due collaboratori di giustizia, Francesco Vasile e Angelo Torcasio che, sulla posizione di Voci, avevano due versioni contrastanti.
Voci, difeso dagli avvocati Leopoldo Marchese e Luca Cianferoni, era stato condannato in primo grado dalla Corte D’assise di Catanzaro a 28 anni di reclusione. Ora la Corte di Appello ha riformulato la sentenza, condannandolo a 20 anni.
L’omicidio di Francesco Torcasio fu spiegato dall’allora boss, ora collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà , come una vendetta nei confronti del ragazzo che aveva minacciato di ucciderlo per vendicare il padre Vincenzo, che proprio Giampà aveva fatto uccidere un mese prima durante una partita di calcetto, perché interferiva nelle zone d'influenza della cosca di cui era a capo.