
Chi guarisce dal Covid-19 sviluppa sempre gli anticorpi
protettivi al virus. La conferma arriva da uno studio della Chongqing
Medical University, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, che ha
rilevato nel 100% dei pazienti analizzati (285) la presenza degli anticorpi
IgG, cioè quelli prodotti durante la prima infezione e che proteggono a lungo
termine. Ciò significa che il test sierologico può essere utile per
diagnosticare i pazienti sospetti, risultati negativi al tampone, e
identificare quelli asintomatici. Finora non era chiaro se la risposta
degli anticorpi al virus SarsCov2 durasse nel tempo e se il test sierologico
potesse essere utile. In questa ricerca, guidata da Ai-Long Huang, si è
visto che tutti i 285 pazienti studiati avevano sviluppato gli anticorpi
specifici per il virus dopo circa 17-19 giorni dalla comparsa dei
sintomi, mentre quelli con gli anticorpi IgM (quelli cioè che si attivano
subito quando l'organismo entra in contatto con una nuova infezione, dando una
protezione di breve durata) erano il 94,1%, dopo 20-22 giorni dall'inizio dei
sintomi. Nelle prime 3 settimane dalla comparsa dei sintomi, c'è stato dunque
un aumento di entrambi i tipi di anticorpi, anche se quelli IgM hanno mostrato
un lieve calo nella terza settimana. Non sono stati invece trovati legami tra
le caratteristiche cliniche di ogni malato e il diverso livello di
anticorpi. Lo studio ha dimostrato inoltre l'utilità del test sierologico
come metodo di sorveglianza su un gruppo di 164 contatti stretti dei pazienti positivi
al Covid-19. Di queste persone, 16 erano risultate positive al tampone, di
cui tre asintomatiche. Le altre 148 erano negative al tampone e non avevano
sintomi. L'esame sierologico per gli anticorpi è stato fatto 30 giorni dopo
l'esposizione al virus. Sedici persone positive al tampone avevano tutte gli
anticorpi, mentre 7 dei 148 negativi al tampone avevano gli anticorpi specifici
per il virus: ciò significa che il 4,3% dei contatti stretti era sfuggito al
tampone. Inoltre, 10 dei 164 contatti stretti di chi aveva gli anticorpi, era
asintomatico. Tuttavia, avvertono gli studiosi, il lavoro presenta alcune
limitazioni: non è stato fatto il test per rilevare le attività degli anticorpi
IgG nel neutralizzare il virus, e inoltre il campione di pazienti in gravi
condizioni studiato è piccolo. Il tampone rimane efficace per confermare
precocemente l'infezione, ma l'esame degli anticorpi può essere importante come
complemento per la diagnosi dei casi sospetti negativi al tampone, e nel
sorvegliare le persone entrate in contatto con i malati ma asintomatici.