“Cosa si nasconde dietro il proliferare di note
contraddittorie che forniscono versioni difformi e denotano una gestione
confusionaria dell’emergenza sanitaria?”
E' la domanda che pone il consigliere regionale Luigi Tassone, fortemente deciso ad “andare fino in
fondo per sapere esattamente cosa è accaduto nella gestione dei tre pazienti
post-Covid , ex ospiti della casa di cura ‘Domus Aurea’ di Chiaravalle
Centrale, portati nel Reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Serra San Bruno
e poi ritrasferiti a seguito del riscontro della positività di una di essi”.
“Nel momento in cui ho
presentato un’interrogazione insieme al collega Notarangelo il commissario del
policlinico Mater Domini Giuseppe Zuccatelli, sostituendosi alla politica, ha
risposto che i pazienti erano guariti e che quindi avevano bisogno di
assistenza sociale e non ospedaliera.
Dalle precisazioni
odierne dell’Asp emerge, invece, l’opposto e cioè che è stato ritenuto
opportuno il ricovero presso l’ospedale di Serra San Bruno. Di più, è stato
considerato indispensabile non solo isolarli ma anche sottoporli a tampone.
In pratica, o l’Asp di
Vibo non si è fidata del policlinico Mater Domini oppure aveva fondati motivi
per dubitare della guarigione. Ed in effetti una paziente è poi risultata
positiva. Ma allora perché portali in un ospedale di montagna, colpevolmente
depauperato, e non negli ospedali attrezzati per affrontare l’emergenza Covid?.
“Chi è intervenuto o cosa
è successo per far cambiare completamente direzione rispetto alle disposizioni
del dirigente del Dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro che aveva
disposto il trasferimento nell’unica Rsa pubblica calabrese che è quella di
Soriano Calabro? Ci sono delle parti oscure nelle ricostruzioni proposte su cui
occorre fare luce.
Ed io mi batterò per
questo. Le pezze messe, che sono peggiori del buco, sottolineano ancora una
volta la fondatezza dell’interrogazione. Ora è tempo di risposte ed anche la
presidente Jole Santelli deve prendere posizione senza temporeggiare o far
finta di nulla.
La solidarietà è uno dei
principi a cui è ispirato il mio agire politico, ma che nulla c’entra con una
gestione che lascia molte perplessità.
“Non serve rassicurare ma
mettere in atto una inversione di tendenza nei fatti e non nelle parole. E i
fatti indicano che ci sono diverse unità che operano nell’ospedale di Serra
poste in quarantena obbligatoria, segnale che dimostra chiaramente come il ‘San
Bruno’ non fosse pronto per ricevere questi pazienti.
Ringrazio i medici, gli
infermieri e tutto il personale sanitario per l’encomiabile impegno e per la
generosa passione, ma ho anche il dovere di evidenziare la disorganizzazione di
chi è il massimo responsabile avendo compiti gestionali di vertice”.