BORGIA – 13 MAGGIO 2020. Si
sono battuti contro il Coronavirus, trovandosi in condizioni di lavoro pessime,
con dispositivi di protezione ridotti al lumicino, senza pause e sotto stress.
Assieme ai medici, in prima linea, gli infermieri e gli operatori socio
sanitari hanno pagato un tributo altissimo alla battaglia contro il diffondersi
del contagio. In tanti sono partiti da Borgia per andare a portare il proprio
contributo nei territori del Nord maggiormente colpiti dall’emergenza
sanitaria, con enormi sacrifici personali perché a casa hanno lasciato la
propria famiglia, mettendo in stand by la propria vita per un bene superiore:
la salute degli altri. Tra questi c’è Enza Procopio, infermiera dello
“Spallanzani” che già sapeva bene cosa significa lasciare Borgia per andare a
lavorare altrove, perché dopo anni di precariato all’Ospedale San
Giovanni, dove era stata assunta in occasione del Giubileo straordinario di
Papa Francesco, nel 2016, c’ rimasta fino al 2020, quando ha vinto un concorso
al Sant’Andrea che ha visto partecipare ben 29 mila persone. A metà marzo, è
stata chiamata allo “Spallanzani” per pieno dell’emergenza sanitaria,
nell’ospedale che ha ospitato la coppia cinese che nello scorso febbraio ha
fatto conoscere a tutto il Paese la paura del covid 19, che da lì a qualche
giorno si è manifestato in tutta la sua aggressività a Codogno.
“Per me è un grande
orgoglio lavorare allo ‘Spallanzani’ – afferma Enza – E’ una grande famiglia,
operiamo in grande sicurezza, abbiamo da sempre i dispositivi di
sicurezza individuali, si utilizzano farmaci sperimentali, veniamo tenuti
in grande considerazione”.
Ma a Enza non è bastato
essere in prima linea nella struttura sanitaria tra le più impegnate ed esposte
d’Italia, dove lavora nel reparto che si occupa di immunodeficienze trasformato
in covid Hospital. Enza ha partecipato al bando nazionale della Protezione
civile che reclutava infermieri da mandare nelle regioni ancora piegate dal
virus: Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte Emilia Romagna, Marche e
Trentino Adige. Ha avuto il nulla osta dallo “Spallanza” e il 30 aprile è
partita per Bolzano, dove rimarrà per 21 giorni.
“Quella di Enza è una
delle tante storie d’amore, per la professione e per la propria comunità , che partono
da Borgia – afferma il sindaco Elisabeth Sacco -. Storie di impegno e
sacrificio che interessano tanti operatori che hanno lasciato la propria terra,
ma anche tanti che in questa emergenza sanitaria hanno dato il proprio
contributo da qui. Raccontare l’impegno, i sacrifici, le storie degli operatori
sanitaria vuole essere un modo per ringraziare e rendere omaggio a quanti sono
stati, e sono ancora, in prima linea contro in covid 19”. Per questo, il Comune
di Borgia lancia una iniziativa sulla propria pagina Facebook Istituzionale con
cui invita gli infermieri e tutti gli operatori sanitari a raccontare la
propria storia, in attesa della possibilità di ringraziarli personalmente in
una iniziativa pubblica.